Si barrica in casa con un ostaggio e spara ai carabinieri

L’uomo, uscito con l’indulto, è stato ferito e ammanettato

Si barrica in casa con un ostaggio e spara ai carabinieri

Ha pagato con l’arresto ed una brutta ferita al torace, l’ultima pazzia. Non si è arreso né all’evidenza né alle pistole spianate dei carabinieri. Giampiero Riboldi, 39 anni, anche ieri mattina aveva pensato di cavarsela con un’altra sbruffonata. Per questo appena si è sentito in trappola ha urlato ai carabinieri: «Mi arrendo». Voleva confonderli. Non c’è riuscito. Così si è reso conto d’aver sbagliato tutto. Quando, ha impugnato la Smith & Wesson calibro 38 per sbarazzarsi degli impiccioni: un colpo sparato dai militari lo ha centrato all’addome. Il proiettile gli ha trafitto il corpo ed è uscito dalla spalla. Solo a questo punto, crollato a terra in una pozza di sangue si è lasciato bloccare. Desio, Via Verdi, sono le 8.15. Giampiero Riboldi, uscito qualche mese fa per l’indulto, è al volante di una Mercedes. Imbocca via Flavio Gioia contromano. È fatto di cocaina, gli manca la lucidità e va a sbattere contro una Fiat Punto. Al volante dell’utilitaria c’è una ragazza che ha appena ottenuto la patente. A fianco il padre. Un banale incidente. L’uomo, corpulento, pesa oltre cento chili, perde la testa, dà in escandescenza: sfodera la pistola. La giovane è allibita. Scappa. Il prepotente si scatena. Entra in un vicino palazzo in via Verdi, civico 74. Sale sull’ascensore e si ferma al terzo piano. Spara un colpo. Gli inquilini sono terrorizzati: qualcuno dà l’allarme. Uno dopo l’altro, arrivano gli uomini dell’Arma, i vigili del fuoco e l’ambulanza. Il gigante tenta d’entrare in casa di una famiglia. Riescono a spingerlo sul ballatoio. Non si dà per vinto, sale le rampe di scale tutte di un fiato fino all’ottavo e ultimo piano del palazzo. Irrompe nella casa di una donna di 51 anni. La guarda in faccia, ed un secondo dopo gli punta la canna della 38, proprio in mezzo alla faccia. La tiene in ostaggio, la poveretta è sconvolta. La zona pullula di lampeggianti blu e bianchi delle gazzelle: gli uomini del capitano Vincenzo Barbato salgono all’ottavo piano. Intanto Giampiero Riboldi è una furia, prende tutto quello che gli capita a tiro e lo lancia dalla finestra: gli oggetti ammaccano le auto posteggiate sotto. L’appartamento è irriconoscibile: devastato. Non cede. Si barrica in camera da letto. Quindi, esce e spara. Preme tre volte il grilletto: gli uomini del nucleo radiomobile rispondono al fuoco. L’energumeno si richiude in casa: passano pochi minuti e ricompare. Spara l’ultimo proiettile, che gli resta nel tamburo: questa volta il piombo della Beretta del maresciallo va a bersaglio. Per Giampiero Riboldi, la sua personale avventura è conclusa.

È caricato su un’ambulanza che parte verso la struttura sanitaria di Desio: secondo i dottori dovrebbe cavarsela in una quarantina di giorni. In ospedale è piantonato. Dovrà rispondere dalle pesanti accuse di tentato omicidio e porto illegale d’armi.

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