Quando ne parlò la prima volta, era sembrata una boutade estiva. Ma Abdel Hamid Shaari, il direttore dellIstituto culturale islamico di viale Jenner - la moschea più indagata dItalia che il quartiere chiede da anni di smantellare - sarà uno dei candidati sindaci per le prossime elezioni. Oggi presenterà ufficialmente il programma e la lista, si chiamerà «Milano Nuova». Come location ha scelto il teatro Ciak, che da due anni ospita la preghiera del ramadan. «Allinterno della lista - anticipa - ci saranno candidati italiani e stranieri di diverse nazionalità». E «contiamo sul sostegno di tanti italiani e di persone iscritte allanagrafe di Milano provenienti da Paesi come Marocco, Egitto, Senegal, Romania e Perù». Pur essendo Shaari il primo musulmano che si candida a sindaco in una grande città italiana, ci tiene a precisare che «la nostra lista è laica e non religiosa, per cui hanno sbagliato in passato chi sosteneva che volevamo fare una lista elettorale islamica».
Un «no, grazie» è la replica del coordinatore provinciale del Pdl Romano La Russa: «I milanesi non hanno certo bisogno della trentesima lista elettorale per le comunali. Anzi, il partito degli immigrati rischia di creare un'ulteriore rottura e allarme, generando paura tra i cittadini, ottenendo l'effetto contrario sui musulmani che vogliono l'integrazione».
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