Si rompono fusti tossici, allarme chimico in porto

Irritazione agli occhi, modesta irritazione cutanea e minimi disturbi respiratori: è la diagnosi per una ventina di lavoratori ricoverati per accertamenti in diversi ospedali della città dopo che ieri pomeriggio erano venuti a contatto con le esalazioni provocate dallo sversamento di sostanze tossiche nella stiva di una nave in porto. Tutto è iniziato per la caduta di un container dentro la stiva della portacontainer «San Francisco Bridge», battente bandiera di Panama, e la fuoriuscita di materiale corrosivo che ha fatto scattare le procedure di emergenza anticontaminazione e l’isolamento di una banchina. L’incidente è avvenuto al Terminale Sec. Sul posto si sono recate subito le squadre speciali dei vigili del fuoco per le emergenze chimiche, uomini della Capitaneria e della polizia marittima. Da una prima ricostruzione fornita dalla Capitaneria, è emerso che un container sollevato con una gru per essere scaricato si è sganciato ed è precipitato all’interno della stiva. Nella caduta si sono rotti alcuni fusti contenenti cloro benzaldeide, sostanza corrosiva che a contatto con dell’ acqua avrebbe provocato una reazione chimica.
Tra i lavoratori colpiti dall’irritazione ci sono sia marittimi imbarcati sulla nave panamense, sia lavoratori del terminal in cui era in corso l’operazione di scarico dei container. I lavoratori sono stati prima visitati sul posto dai medici del 118, in apposite tende allestite dai vigili del fuoco sulla banchina, che è stata isolata, e poi trasferiti in ospedale.

Sulla nave sono state effettuate per molte ore le operazioni di bonifica della stiva da parte delle squadre dei vigili del fuoco. Sono stati eseguiti infine controlli per accertare l’integrità della struttura dello scafo, che non risulta compromessa, e sulla dinamica e le eventuali responsabilità dell’incidente.

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