Erano i più agguerriti. Così tanto da aver più volte costretto Forza Italia a richiamarli allordine e alla calma, che va bene lopposizione, ma la linea si concorda con il partito, e poi i toni esagerati rischiano di ritorcesi contro chi li usa. Ma loro niente, più azzurri degli azzurri laggiù nella rossa La Spezia, non hanno mai mollato una battaglia, «contro le vecchie logiche politiche e lo strapotere della sinistra» dicevano, a costo «di fare opposizione da soli». Poi è venuta lestate, con le manovre di avvicinamento al Centro di Marco Follini da destra e di Francesco Rutelli da sinistra. Non li si sentiva da un po. Son rispuntati insieme nel giro di pochi giorni, con tempismo perfetto, uno di qua e laltro di là. Alberto Maccagno e Maurizio Lipilini i consiglieri provinciali spezzini eletti nelle fila di Forza Italia, son passati uno allUdc, laltro alla Margherita.
Cè chi si è risentito, come Rifondazione comunista che sè chiesta che ci fa nel Comitato per Romano Prodi premier uno come Lipilini, che fino a pochi mesi fa non ne lasciava passare una allamministrazione di centrosinistra. E cè chi ha gradito, come i segretari regionale e provinciale dellUdc, Vittorio Adolfo e Fabio Broglia, che hanno salutato con giubilo la costituzione di un gruppo consiliare dellUdc in Provincia della Spezia. Il fu cane sciolto Maccagno usa insoliti toni pacati per farne una questione di sentimento: «È con lo spirito di cercare di rappresentare i democratici cristiani che nasce questo nuovo gruppo consiliare, con limpegno e la forza delle idee e della proposta sono certo che lUdc spezzino potrà crescere e avere quella giusta dimensione di concretezza che per troppo tempo gli è stata negata». Anche se non nasconde che ci sia un obiettivo politico, non fosse altro che lUdc «sta dimostrando concretamente, a livello nazionale, quanto sia possibile creare una nuova leadership nel centro-destra che non sia necessariamente la figura di Silvio Berlusconi».
Dice anche che «molti sono gli amici che mi stanno affiancando in questo nuovo progetto».
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