C i hanno fatto arrabbiare mica poco, ma alla fine sono stati benemeriti. Sì, proprio loro, i francesi che ci hanno indotto a sostituire, parliamo di nazionale del pallone, la forza del cinismo alla retorica del vogliamoci bene. Lazzurro dItalia non li batte (senza rigori) dal 1978, mondiale dArgentina, quando al gol fulminante di Lacombe risposero Paolo Rossi e Zaccarelli. Una vita e due titoli mondiali fa. Mentre loro hanno piazzato due europei (1984 e 2000) e un mondiale (1998). Poi cè stata una serie di magre, colpi bassi al nostro amor di patria calcistica, perchè sul resto non ce la caviamo male. Tra arte e artisti, per esempio. Daccordo, loro si sono presi la Gioconda, ma anche Carla Bruni, noi gli abbiamo soffiato Platini e Zidane. E Ferrè ha messo a dura prova la Maison Dior. Se loro mettono sul tavolo Camembert, perchè non replicare con Gorgonzola e Taleggio? Lo champagne non teme spumante e prosecco, ma la vasta gamma degli «Chateaux» ha il suo daffare con Brunello, Ornellaia, Barolo e rossi dannata. Noi gli abbiamo rifilato qualche cattivo maestro, loro si sono liberati di Jean Todt e Philippe Leroy.
Il calcio era rimasto un po indietro. In quasi 30 anni aveva subito il sorrisino di sbieco della douce-amara Francia: la frittata ai rigori, durante i mondiali allo Stade de France, quando Di Biagio sbagliò il tiro decisivo. E, peggio, la beffa del golden gol di Trezeguet nella finale europea del 2000, dopo essere stati in vantaggio (Delvecchio) fino al 90° minuto. Wiltord raddrizzò la storia nei minuti di recupero. Trezeguet ci condannò nei supplementari. Gli annali dicono che, anche in tempi più antichi, non è mancata lalternanza, ma Italia-Francia è sempre stata sfida da acqua alla gola. Quel dentro o fuori che ha segnato stagioni e decapitato speranze.
Trezeguet, e la Francia, hanno subito punizione allo scorrazzare felice sui nostri ricordi nella finale di Berlino: ancora i rigori a suonare il rintocco. La zuffa Materazzi-Zidane a segnare linversione di tendenza. Italia finalmente cinica e non bara.
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