Milano - E’ sorprendente riconoscere nella comicità il codice ideale per affrontare tematiche spinose e pungenti, quasi per esorcizzare il male. Antonio Grosso, conosciuto ai più come interprete di fiction quali Squadra antimafia e delle prossime edizione di R.I.S., ha voluto parlare di mafia anche dal palcoscenico del Teatro Martinitt, dove dal 13 fino al 30 (repliche giovedì, venerdì, sabato e domenica) sarà in scena con Minchia signor tenente.
Firmato da Nicola Pistoia, la messinscena - il titolo della quale è ispirato alla canzone che tutti ricordiamo presentata al Teatro Ariston, durante la manifestazione del Festival di Sanremo - nel rispetto dei toni da commedia tragicomica, racconta con intelligenza e ironia la piaga sociale della mafia. Affiancato da altri attori di televisione come Daniele Antonini, Fabrizio D’Alessio e anche Josefia Forlì, ma anche dall’interprete sia televisivo sia teatrale Natale Russo, Antonio Grosso, dipinge con evidenti tratti realistici un affresco di un posto qualsiasi della nostra bella Sicilia, terra di contrasti e di poesia, isola profumata e assolata, immersa nella storia e nelle atmosfere più suggestive, paese di mafia. “Isola isola bella”: potrebbe sembrare l’incipit di una dichiarazione d’amore. In questo caso, però, la poesia, il sentimento e l’amore per questo luogo incantato resta ad incorniciare una realtà cruda e poco piacevole. Una piccola caserma dei carabinieri, in un paese siciliano, dove convivono militari di tutte le regioni d’Italia, è animato da un tran tran di problemi di cadenza quotidiana: furti, piccola criminalità, rapporti con le persone del luogo.
La tranquillità e la serenità sfumano all’arrivo di un tenente, inviato dal comando generale per compiere operazioni riguardanti un noto mafioso di “cosa nostra”. Le atmosfere si appesantiscono e il clima mafioso, con le sue regole del sospetto, si instaurano nel luogo incupendo il colore delle giornate. Il regista Pistoia, ha puntato a dare vita ai mille volti di un’Italia plurisfaccettata, capace di ridere e di sorridere, anche nella tensione e nella paura, di quel Bel Paese che ha fatto soffrire, ma anche inorgoglire.
Tra battute esilaranti, incalzanti e divertenti che sbiadiscono le plumbee sfumature, i protagonisti della vicenda, sono definiti da Nicola Pistoia come “vittime di quell’Italia anni Novanta, in cui morte e distruzione rappresentavano il nostro
Paese, non sembrano accorgersi di tutto ciò che accade. Arrivano notizie fugaci, ma la loro terra sembra uno Stato nello Stato,in cui tutto ciò non può succedere, in cui tutto è solo fantasia”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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