In Sicilia Sul parco eolico nel trapanese indaga la Corte dei Conti: raffica di denunce

Conclusa dalla Guardia di Finanza di Palermo una indagine nei confronti di alcuni amministratori e pubblici dipendenti del Comune di Mazara del Vallo, nel trapanese coinvolti, nel recente passato, in vicende penali correlate alla realizzazione di un parco eolico nel territorio del mazarese. Gli accertamenti hanno consentito di segnalare alla procura della Corte dei conti due dipendenti comunali e un amministratore locale quali responsabili amministrativi per aver provocato un danno erariale pari a oltre 136mila euro. Le Fiamme gialle hanno infatti accertato che i tre, in cambio della promessa di una dazione sotto forma di denaro e altra utilità (nello specifico, un’autovettura di grossa cilindrata) si sono adoperati, per favorire una società rispetto a un’altra nell’autorizzazione alla installazione del parco eolico arrecando in tal modo un danno patrimoniale all’erario.
Le Fiamme gialle oltre al corrispettivo delle tangenti percepite dalle persone coinvolte, hanno segnalato al procuratore regionale della Corte dei conti la sussistenza del grave danno all’immagine della pubblica amministrazione originato dall’elevato «clamor fori» causato dalla condotta penalmente rilevante posta in essere dai tre pubblici ufficiali.
Già a febbraio otto persone, tra imprenditori e politici, accusati di speculare sulla realizzazione dei «parchi eolici» in Sicilia per conto di Cosa nostra erano stai arrestati. Dall’inchiesta emergeva che ci sono le mani della mafia sul business dell'energia pulita.Un intreccio che aveva coinvolto burocrati locali della provincia di Trapani, ma anche impresari campani e trentini.

Sullo sfondo, il boss latitante Matteo Messina Denaro. E Vittorio Sgarbi - da sindaco di Salemi, nel Trapanese, e fermo oppositore delle pale - aveva paventato l'esistenza di interessi di Cosa nostra nella gestione dell'eolico.

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