«Sicurezza, ora Milano punta ai livelli europei»

Albertini: «Reati calati del 30 per cento rispetto al 1998. Serve maggiore rigore con la microcriminalità»

Chiara Campo

«Puntare all’integrazione degli immigrati di religione musulmana, ma senza pretendere l’assimilazione delle nostre tradizioni». Compito delle politiche comunali, però è «dire no al loro tentativo di sottrarre i bambini alla scuola pubblica» e «no alla ghettizzazione in aree ristrette della città». Il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, ieri mattina in Fiera Milano per un convegno sulla sicurezza organizzato dalla Fondazione Nova Res Publica, ha sottolineato che nelle grandi città europee in cui la presenza degli immigrati islamici è forte «e Milano è tra queste» bisogna «lavorare ad una pacifica convivenza tra identità diverse, perché il rispetto reciproco produce una ricchezza per la comunità. Guai se i musulmani si chiudessero in loro stessi e noi facessimo altrettanto». Nello stesso tempo, e il ministro è categorico, «dobbiamo pretendere il rispetto delle nostre leggi e dei nostri valori: chi non vuole rispettarli, se ne deve andare a casa». L’incontro in Fiera ha fatto luce sulla convivenza dei milanesi con gli extracomunitari, ma soprattutto sul senso di sicurezza percepito (ancora troppo poco) dai cittadini.
«A Milano - sottolinea Pisanu - abbiamo lavorato molto per aumentare il controllo del territorio e diffondere la polizia di prossimità, ma l’obiettivo è portare la percezione di sicurezza ai livelli più alti in Europa». Milano, sostiene il sindaco Gabriele Albertini, «è una delle città più sicure d’Italia», i reati rispetto a 8 anni fa «sono calati del 30%» ma «molto resta ancora da fare per aumentare il sentimento di sicurezza, il territorio della cosiddetta “microcriminalità” va presidiato con assiduità e severità. Le forze dell’ordine sono state a volte troppo tolleranti: la disponibilità al dialogo e l’apertura di tavoli in situazioni di illegalità hanno creato confusione. Ora per fortuna il vento sta cambiando». Per la candidata della Cdl a Palazzo Marino, Letizia Moratti, «occorre un coordinamento ancora più stretto tra forze dell’ordine e polizia municipale», perché la sicurezza «è ancora percepita come uno dei problemi più seri in sei zone su nove: scippi, rapine, spaccio di droga, prostituzione, baby gang, commercianti costretti a chiudere per colpa di organizzazioni criminali». E troppo spesso, secondo la Moratti, «si parla di microcriminalità sottovalutandola, mentre l’illegalità non può essere tollerata in alcun modo». La candidata sindaco intende «rilanciare un patto per il lavoro, perché spesso giovani che non riescono ad entrare nel mondo dell’occupazione diventano preda della microcriminalità», proporre «progetti di reinserimento per gli ex carcerati» e più attenzione all’«integrazione dei giovani immigrati».
Per combattere la criminalità occorre, per il Commissario europeo alla Sicurezza Franco Frattini «privilegiare la prevenzione e il controllo del territorio», ricordando che il 91% dei cittadini Ue pone la sicurezza in cima alle priorità. «In tutti gli Stati europei - sottolinea - c’è una forte domanda affinché i governi locali e regionali assumano la regia e il controllo del territorio». Un compito che la Lombardia ha già preso sul serio: «La Regione - spiega il governatore Roberto Formigoni - deve essere cabina di regia anche con iniziative innovative, come l’apertura di 28 caserme dei carabinieri sul territorio».

Il tentativo, assicura, è «innalzare, con una presenza sul territorio continua e capillare, non solo gli standard ma anche il senso di sicurezza percepita, che spesso induce il cittadino ad avvertire livelli di insicurezza più gravi di quelli reali».
Con la prossima amministrazione comunale, «e dalla quale certamente avremo sostegno adeguato», conclude Formigoni, «dovremo fare un gioco di squadra».

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