da Milano
Due le strade possibili per Fondazione Mps: quella finora percorsa con decisione, ossia la difesa ad oltranza della «senesità», o un'apertura strategica a unoperazione con Abn Amro.
Dopo le dichiarazioni del ds Franco Bassanini, da sempre vicino alla politica e all'economia della città del Palio, che ha sostenuto come un'unione con la banca olandese possa convenire al Monte, gli azionisti di Rocca Salimbeni, secondo quanto riferiscono fonti finanziarie senesi, si dividono sulle due opzioni strategiche.
L'ex ministro ritiene che Mps «con Abn e Antonveneta diventerebbe un grande player europeo». Una posizione che trova reazioni contrastanti all'interno della stessa Fondazione, azionista della banca con il 49%.
L'esponente diessino è entrato nel dettaglio tecnico dell'operazione. «La Fondazione Mps scambierebbe le sue azioni nella banca senese con azioni Abn Amro. Gli olandesi diventerebbero il socio di controllo di Mps-Antonveneta, la Fondazione senese il primo azionista della banca olandese con una quota robusta, per esempio, con un 10 per cento. Non è una quota che dà il potere di nominare il vertice della banca, ma certo basterebbe per contare molto, e per garantire che gli interessi italiani vengano ben tutelati ad Amsterdam», ha spiegato. Un'ipotesi di scuola, forse, o forse qualcosa in più.
Certo, resta sempre forte il partito di chi continua a sostenere, come emerso dopo la riunione dell'ultimo consiglio damministrazione, che la volontà prevalente a Rocca Salimbeni sia quella di procedere da soli, anche a costo di scontentare tutti, analisti, investitori e sostenitori politici. Tutti, tranne l'amministratore delegato di Capitalia, Matteo Arpe che ieri ha sottolineato con forza come «il localismo e le tradizioni della banca, che oggi vengono utilizzati come critica, siano un enorme valore per quell'azienda».
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