Cultura e Spettacoli

Silenzi e volti: 10 anni di arte contemporanea

Non una parola. Solo immagini. In The Best of Galleria Cardi una nuova serie di Fibonacci votata all'arte contemporanea: guarda la fotogallery 

Silenzi e volti: 10 anni  
di arte contemporanea

MilanoUntitled, senza titolo. In realtà, questo volume, un titolo ce l'ha: The Best of Galleria Cardi. Le pagine, invece, non le troverete: sono state rimpiazzate dalla serie di Fibonacci, come fossero un contatore verso numeri e traguardi infiniti, oltre che omaggio a Mario Merz, tra gli artisti storici della galleria milanese, la quale ha voluto celebrare gli ultimi dieci anni (1998-2008) di lavoro nel campo dell'arte contemporanea e tutti gli artisti (più di 60) di cui si è fatta promotrice. E lo ha fatto affidandosi alla curatela editoriale di Electa, che ha pensato così un progetto chiassoso e silenzioso insieme.

Un viaggio senza precedenti All'interno del volume non parla nessuno. Solo le immagini. E, talvolta, gli artisti, coinvolti in un intervento discreto, ai limiti dell'invisibile. Dal canto loro, i lavori e i capolavori, passata la stretta selezione, si sono letteralmente serviti di una grafica spiazzante (chi può immaginare che forma avrà la pagina successiva?) ed eloquente. Nella prima parte sono illustrati materiali poveri, immagini, solidi, scatti. Un filo rosso ci guida, se vogliamo seguirlo, attraverso le linee collezionistiche storiche della galleria: Arte Povera (Calzolari, Merz, Paolini, Pistoletto, Kounellis) Transavanguardia e Nuova Pittura (Clemente, De Maria, Paladino), un lungo viaggio nella pittura americana (Warhol, Baechler, Salle, Schnabel), le star (Hirst, Haring, Cattelan, Basquiat), i giovani artisti italiani, i fotografi (Klein, Lutter, Vik Muniz), e le installazioni di (Sachs, Grinnell e Bertozzi e Casoni). Nella seconda parte, invece, eternità, equilibrio, umanesimo, déjà vu, prospettive, ferita, intimità, morte della pittura. Alcune tra le più classiche parole usate nella critica d'arte e criticate attraverso le opere.

Più facili da sfogliare che da spiegare.

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