Scuote le coscienze, indigna anche i laici e i non credenti ma non muove i dirigenti liguri del Partito democratico né il presidente della Regione Claudio Burlando. Parliamo della sentenza della Corte europea dei diritti delluomo di Strasburgo che costringe lItalia a togliere i crocefissi dalle aule delle scuole. Solitamente gli esponenti politici fanno a gara per dire la loro per avere anche un minimo spazio che possa ricordare allopinione pubblica quale è il loro pensiero. Prendiamo il caso del presidente della Regione Claudio Burlando. Soprattutto negli ultimi mesi, come è scontato che sia visto lapprossimarsi della campagna elettorale, è pronto a fare dichiarazioni su tutto. Lo abbiamo sentito parlare spesso su temi di carattere nazionale.
Il giorno della sentenza del lodo Alfano, alla presentazione della Pro Recco di pallanuoto, ha trovato il modo di dire la sua anche sul giudizio della Corte Costituzionale. Ma da lunedì pomeriggio nessuna nota in cui il governatore esprimesse la sua opinione sulla decisione di Strasburgo.
Dallufficio di piazza De Ferrari non è stato dettato nessun comunicato che esprimesse il pensiero del governatore. Né per dire che la Corte ha compiuto un torto nei confronti della storia e della tradizione italiana, né per esprimere un parere opposto. Per fortuna per il Pd aveva già parlato il segretario nazionale Pierluigi Bersani che in maniera stringata ma precisa, martedì scorso, aveva dichiarato: «È un simbolo che non offende nessuno, prevalga il buon senso». E menomale che ci ha pensato lui, altrimenti stai fresco ad avere una dichiarazione del neosegretario ligure dei democratici. Lorenzo Basso rimane in silenzio, non dichiara nulla.
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