Il sindacalista brinda con Hamid e sua moglie

Successo di «Aggiungi un posto a tavola»: 120 famiglie italiane hanno ospitato stranieri

Per Capodanno saranno le famiglie musulmane ad ospitare a pranzo quelle italiane. Sarà, in sostanza, l’opposto di quanto accaduto a Natale, alla decima edizione dell’iniziativa «Aggiungi un posto a tavola» organizzata fin dal 1996 dall’Osservatorio di Milano, e che anni fa ottenne pubblicamente il sostegno di Giovanni Paolo II. Si tratta di aprire, una volta l’anno, la porta di casa a chi è più solo e in difficoltà. L’appuntamento del 2005 è stato dedicato al dialogo fra etnie e religioni, e così l’altroieri a Milano e provincia centoventi famiglie italiane hanno ospitato a pranzo immigrati africani, asiatici, sudamericani. Ad esempio, a casa di Gianni Rodilosso, 52 anni, sindacalista, si è seduta a tavola anche una coppia di giovani sposi di origini marocchine, con un paio di parenti al seguito. «Un segnale di tolleranza e di rispetto reciproco» ha spiegato il padrone di casa. «Un incontro che spero possa ripetersi anche al di là delle occasioni offerte dalle feste» ha sottolineato l'ospite, Hamid, 22 anni, studente-lavoratore da tanti anni in Italia con la propria famiglia.
«L'iniziativa - ha spiegato Massimo Todisco, direttore dell’Osservatorio - consente quest’anno l’incontro e il dialogo fra religioni e culture diverse». Così avverrà a il primo gennaio, ma a parti inverse, con gli italiani invitati a pranzo da 150 famiglie magrebine, peruviane o filippine.

«Saranno ospiti per amicizia, non per bisogno», ha sottolineato oggi Alì Abushwaima, presidente del Centro islamico di Milano e Lombardia, con sede a Segrate. «Sarà un modo concreto - ha ribadito Todisco - per iniziare ad abbattere quelle barriere che da troppo tempo nelle metropoli d'Europa tengono separati gli stranieri dalle comunità locali».

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