Sabrina Cottone
Cè la finanziaria che minaccia tempesta e Malpensa per cui la tempeste è più che annunciata, ormai incombente. Roberto Formigoni non nasconde la preoccupazione per entrambe le situazioni, anche se mette le mani avanti: «Come metodo, preferisco non parlare sulle anticipazioni perché possono essere smentite». Se saranno confermate, comunque, le prime notizie sulla manovra sono allarmanti, in particolare laumento delle tasse per i redditi Irpef superiori ai settantamila euro. «Sarebbe una stangata inattesa, grave e pesante» commenta il presidente della Regione. Il motivo non è solo di carattere generale, riguarda il ruolo della Lombardia nel panorama nazionale e il fatto che un aumento del genere colpirebbe moltissimo chi risiede a Milano come nelle altre province: «Sarebbe un provvedimento fiscale che va a colpire soprattutto i cittadini delle regioni produttive del Nord».
Non è da meno la questione Malpensa, ovvero il rischio molto concreto che i voli intercontinentali vengano spostati dallhub lombardo allo scalo romano di Fiumicino e questo nonostante il settanta per cento dei biglietti venga staccato nelle Regioni del Nord. Formigoni ribadisce la richiesta dei 375 milioni stanziati dal governo Berlusconi e che dovrebbero essere confermati con la finanziaria. E rilancia: «Ci sarebbe bisogno di aumentare i voli altro che di diminuirli, quindi un ridimensionamento sarebbe un fatto grave e tutti guardiamo con apprensione a una possibilità del genere». In effetti lallarme lanciato diverse volte dalla Regione è stato ripreso da più parti ed è condiviso da industriali e sindacati. Dopo la presa di posizione di Assolombarda, arriva anche laltolà della Fit-Cisl. A parlare è il segretario generale della Lombardia, Dario Balotta. E le parole sono pesanti: «LAlitalia non può più essere la compagnia aerea dello Stato pontificio e del Regno delle due Sicilie, il suo baricentro con uomini e mezzi si deve spostare sul ricco mercato del Nord che è saccheggiato dalle compagnie estere». Balotta stenta anche di evitare le ricadute politiche, argomentando che è una pura questione di numeri: «La crescita di Alitalia si sta realizzando proprio a Malpensa».
Le cifre fornite dal sindacato sono indicative. Nel 2004 a Malpensa Alitalia ha portato 4,7 milioni di passeggeri e lanno successivo sono diventati 5,2 milioni, sono i dati della Cisl. Inoltre, Fiumicino si è fermata: nel 2004 i passeggeri Alitalia erano 6,5 milioni e nel 2005 sono rimasti gli stessi.
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