Il sindacato vuole far sciopero I medici: «Neanche per sogno»

«Non ci sarà nessuno sciopero». I medici dei poliambulatori degli Icp non hanno nessuna intenzione né di scendere in piazza né, tantomeno, di chiudere gli ambulatori. E si ribellano agli aut-aut che la Cisl ha dato alla Regione Lombardia e alla direzione degli Istituti clinici di perfezionamento a nome di tutta la categoria. «Stiamo organizzando una mobilitazione di uno o più giorni prima di Pasqua» aveva spiegato il responsabile Cisl. «Non se ne parla nemmeno» replicano i medici del Sumai, il sindacato che riunisce l’80 per cento degli specialisti. «Siamo stufi di queste logiche da vecchi sindacalisti di una volta - interviene Adriano Radaelli, dermatologo e segretario provinciale - Sicuramente di problemi da risolvere ce ne sono, ma noi siamo per il dialogo, non per lo sciopero. E soprattutto non vogliamo che a rimetterci siano i cittadini. Perciò non mancheremo dal lavoro nemmeno un giorno, garantendo il servizio anche sotto Pasqua». In sostanza, lo sciopero sembra prematuro e inutile alla maggior parte degli specialisti. E soprattutto suona come «un’arma troppo forte» da utilizzare con la controparte. «Con la direzione degli Icp - spiegano i medici - c’è dialogo e c’è molta disponibilità ad ascoltarci». Una pezza a una clamorosa gaffe? Nient’affatto. Semplicemente una spaccatura nel mondo dei sindacati che ragionano con due pesi e due misure. «Le eventuali e fisiologiche criticità locali - scrive in una nota Giuseppe Nielfi, presidente Sumai, otorino - sono e saranno affrontate con le aziende interessate. I cittadini lombardi non possono e non devono subire disagi per problematiche di questo tipo». Per di più, il Sumai contesta le procedure: «Uno sciopero - spiegano i medici - deve essere annunciato almeno 30 giorni prima, quindi non sarebbe stato possibile organizzare una mobilitazione prima di Pasqua. Strano che i sindacalisti della Cisl non sappiano queste cose». Insomma, i problemi saranno affrontati attorno a un tavolo in Regione e nella direzione dell’azienda ospedaliera, non in piazza con gli striscioni e i megafoni. Si discuterà soprattutto delle risorse: di quelle che servono, e mancano, per organizzare corsi di aggiornamento e di formazione professionale, di come migliorare i servizi e organizzare i turni di lavoro. «Ma senza inasprire i toni e senza creare inutile tensione. Non possiamo sputare nel piatto dove mangiamo» sostiene Radaelli, che sottolinea come sia molto più semplice dialogare anziché scontrarsi. I medici poi contestano anche i motivi dello sciopero proposto dalla Cisl. I sindacalisti Cisl avevano denunciato ambulatori con gli ascensori rotti e le apparecchiature risalenti a 30 anni fa. In realtà sembra serva solo qualche ritinteggiatura delle pareti, niente di più.

«Sembra che la Cisl cerchi dei pretesti pur di indire manifestazioni e agitazioni, nel perfetto stile dei sindacati». «Ognuno è libero di esprimere la propria posizione per tutelare i diritti della categoria» controbatte Danilo Mazzacane a nome della Cisl.

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