Una protesta bipartisan contro il termovalorizzatore al parco Sud. I sindaci di quattro comuni interessati dal progetto che Amsa ha sottoposto alla Regione Lombardia si incontreranno oggi alle 12 nell’area adiacente all’Abbazia di Mirasole e marceranno con la fascia tricolore fino a quella, poco distante, dove potrebbe essere realizzato l’impianto. Il corteo di protesta è organizzato dal primo cittadino di Rozzano Ettore Fusco, di Opera Massimo D’Avolio, da quello di Pieve Emanuele, Rocco Pinto, e di Locate Triulzi, Severino Preli. «Vogliamo salvaguardare il parco agricolo» insistono. A destinazione, pianteranno un albero, «simbolo dell’ambiente e della qualità della vita».
A sostegno dei sindaci, parteciperanno alla manifestazione anche l’assessore regionale al Territorio e Urbanistica Davide Boni e l’onorevole Marco Rondini, entrambi della Lega Nord, il capogruppo provinciale del Pd Matteo Mauri e il responsabile della segreteria nazionale del Pd (ed ex presidente della Provincia) Filippo Penati. «La viabilità locale - sostiene il sindaco di Opera - non è sufficiente a supportare un simile impianto, e poi nel Parco agricolo Sud un inceneritore minerebbe gravemente l’economia del nostro territorio. Le abitazioni infine sono troppo vicine al possibile impianto». Quello di Rozzano riferisce: «Siamo tutti concordi nel dire no al termovalorizzatore in una zona agricola e lo abbiamo ribadito nei rispettivi consigli comunali. Chiediamo al presidente della Provincia di intervenire affinché possa salvaguardare e tutelare questo territorio» e «invitiamo il governatore Formigoni a partecipare alla passeggiata ecologica affinché possa rendersi conto dell’assurdità che comporterebbe avallare un simile progetto di Amsa». Attacca infine Penati: «Hanno aspettato la fine delle elezioni regionali per annunciare che l’inceneritore già previsto nel piano rifiuti della Provincia si farà nel Parco sud. È una scelta scellerata, inopportuna per l’area agricola. Chiederò al governatore Formigoni di bloccare la costruzione dell’inceneritore».
Il nuovo impianto, secondo i progettisti, consentirà di spegnere oltre 20mila caldaie a gasolio e metano, produrrà energia elettrica per 100mila famiglie e riscaldamento per oltre 30mila alloggi. Il Comune di Milano in vent’anni di esercizio guadagnerà circa 128 milioni di euro.
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