Il sindaco marinaio che gioca con i Vip

Antonio Bovetti

«Ma proprio questa mattina che ho già l'anima “inversa” mi dovete intervistare?». Così Giorgio Devoto, sindaco di Portofino risponde al telefono, però poi si apre volentieri con il Giornale. Con questo fare un po' burbero da lupo di mare, forse per difendere la sua bontà d'animo dai tanti furbastri e magliari, Devoto racconta la sua scelta, da padrone marittimo a sindaco della sua amata Portofino. «Da ragazzo facevo il marinaio a bordo di vaporetti, poi ho navigato sulle petroliere, ma non mi piaceva. Sono passato sui grandi motoscafi e con l'esperienza sono diventato comandante, però quando sono andato sulle barca a vela ho capito cosa vuol dire navigare. Mi ricordo le regate alla Gorgona, alla Capraia, belle serate in compagnia di amici, cantavamo e per dirla in genovese ci “tiravamo le tasche”, c'era un sincero sfottò, senza malanimo. Oggi sono il primo cittadino, ma non sono cambiato, nella mia vita ho sempre aiutato i poveri e chi è in difficoltà. Non ci deve essere divisione tra compaesani, solo certi politici bacati hanno nella mente queste fisime!».
È sempre valido il suo motto Nün sta a fa ü scemmü che faceva scrivere sulle magliette dei suoi marinai?
«Io non voglio che le persone “facciano i furbi”, ma ce ne sono tanti in giro ed io li odio! Chi arriva qui con la volpe sotto il braccio, per raccontare delle storie, lo spedisco subito da dove è arrivato. Mi butto nel fuoco per aiutare il prossimo, ma se qualcuno mi raggira è finito. Agli assessori dico: dite la verità perché la gente va rispettata. I cittadini di doveri ne hanno già troppi. Ha ragione Silvio Berlusconi, quando dice “una nazione per il popolo, non un popolo per la nazione”».
Come è nata l'amicizia con l'ex capo del governo?
«Circa quarant'anni fa Berlusconi veniva nel fine settimana a Portofino, aveva una piccola barca e andava a correre sul monte. È sempre stato uno sportivo, al sabato giocavamo al pallone assieme. La sera si faceva tardi al bar raccontando storie e cantando. Quindici anni fa Berlusconi alla sera mollava tutti i suoi ospiti in villa si sedeva al bar e parlavamo di politica, di giornali. L'ho sempre consigliato di dire la verità agli italiani e di cambiare il modo di fare informazione».
Berlusconi non si vede più a Portofino?
«E no, è sempre a Roma e poi va in Sardegna, viene il figlio Pier Silvio con la fidanzata, è un bravo ragazzo, umano e simpatico. Va sempre in motoscafo con Vincenzo Gazzolo, detto Vince, un altro vero amico del Presidente, sono come fratelli».
Lei era di sinistra, oggi è cambiato, l’ha convinta Berlusconi?
«No, ho cambiato idea guardando la realtà, sono un marinaio, ma leggo molto, ho girato il mondo, dove hanno governato i comunisti il popolo è sempre morto di fame, di stenti e di guerre. La Cina, se non si apriva al mondo, faceva la fine della Russia. I comunisti governano la Corea del Nord e a Cuba il popolo è prigioniero del regime! Pensate se invece degli americani ci avessero liberato i russi. Avremmo fatto la fine dei paesi dell'Est. Io sono per il popolo con il cuore, non con le farse. Guardate le Coop rosse cosa hanno fatto».
Pensa già al secondo mandato o tornerà a veleggiare?
«Non penso nulla, non so se mi vogliono ancora. Tutti i giorni nascono funghi. Ho vinto le elezioni grazie ai voti dei più deboli, non ho mai chiesto un voto a nessuno, nè parenti nè amici, nemmeno a mia mamma. Abbiamo stipulato una convenzione con i volontari di San'Anna per aiutare la gente anziana che abita sul monte. Al mercoledì, con il dottor Paolo Buzzi, facciamo le visite a domicilio, ma è difficile aiutare la gente con le leggi che ci sono qui a Portofino per spostarsi con le macchine sul monte ci vogliono cento permessi».
Gioca sempre con i Vip dell'alta finanza?
«Ora gioco meno, negli anni passati c'erano delle grandi sfide con Giordano Zucchi e Paolo Fresco, ci manca molto Giorgio Falck, era estroso, ci si divertiva.

Con Marco Tronchetti Provera siamo sempre andati a vela assieme, sono persone molto alla mano, oggi sono capitani d'industria, ma sono sempre amici. Con i Vip c'è il rispetto della persona, ci frequentiamo senza guardare nè il ceto sociale nè il cognome, sono veri amici».

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