Un «invito al consiglio comunale», tutto. Il sindaco è in aula a chiarire da cima a fondo il pasticciaccio sul caso dellassessore Stefano Boeri - «licenziato» e tornato in giunta in cinque giorni - e allunga il suo discorso con un appello al centrodestra per sostenere le ricadute della manovra a Milano. Giuliano Pisapia ieri ha fatto un appello alla «massima coesione» che «non significa non dover fare opposizione» ma «trovare modalità di lavoro comune perché siamo in un momento difficile per tutti e alcune delle scelte del governo incideranno in maniera anche significativa sulla città. Ci si troverà a prendere decisioni anche dolorose e ciascuno valuterà che atteggiamento assumere». Ma «è del tutto evidente - rimarca - che le scelte del governo peseranno anche sul Comune, e se verranno votate a livello nazionale anche da Pdl e Pd, bisognerà trovare una modalità di lavoro comune a livello locale tra i due partiti. Serve condivisione su quelle decisioni che non riguardano una parte politica ma lintera città».
Ma la replica del Pdl è secca. Il capogruppo Carlo Masseroli sottolinea che il sindaco «cerca di far leva sulla manovra che sta facendo a Roma il governo Mario Monti per introdurre nuovi aumenti e con il nostro benestare, sarebbe una mossa scorretta e sbagliata». Proprio «a fronte di quelle che verranno imposte a livello nazionale, Milano non deve sommare tasse a tasse ma avere il coraggio di applicare un dimagrimento della struttura amministrativa, tagli a costi e sprechi, uscire da alcune società partecipate, fare scelte ponderate. Facci un esempio: se i bus notturni non vengono pagati da nessuno, certo che sono utilizzati, ma o si cambia sistema di controllo o si ripensa a un servizio che produce costi eccessivi».
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