Condivido appieno l'appello di Roberto Cassinelli di giungere alle prossime elezioni amministrative con un programma innovativo, frutto di un ampio dialogo con la città, ed un candidato sindaco espressione degli interessi dei cittadini e non delle alchimie delle segreterie dei partiti. Peccato che la proposta è solo la sintesi di un ben più ampio progetto da me illustrato nell'ultima riunione della Casa delle Libertà. Una riunione che, nel più assordante silenzio dello stesso Roberto Cassinelli, ha visto soccombere le mie argomentazioni dinanzi alle più bieche logiche spartitorie di democristiana memoria.
Comunque, meglio tardi che mai e prescindendo dalla paternità delle idee e delle proposte, andiamo avanti con il più ampio dialogo possibile per costruire insieme un «Progetto Genova» per una città che un progetto non ha mai avuto. È infatti notorio che le Amministrazioni di sinistra, dopo il fallimento dell'innaturale destinazione quale sito di un'industria pesante ed inquinante, non hanno saputo o peggio, non hanno voluto guidare Genova verso la naturale trasformazione in una città prevalentemente portuale, commerciale, turistica e di servizi. Per giungere a questo in modo ottimale ed in tempi ragionevolmente brevi, è indispensabile creare la più ampia sinergia fra tutte le forze produttive, amministrative e politiche oltre alla necessaria cultura, purtroppo oggi del tutto assente, del dialogo e dell'accoglienza.
Gli economisti continuano ad affermare che Genova non produce ricchezza. Ecco quindi la necessità di favorire gli investimenti studiando opportune forme incentivanti che comprendano anche defiscalizzazioni ed adeguate sburocratizzazioni. Queste sono le basi di un «Progetto Genova».
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