A sinistra I duri del «Cua», forzati della protesta

Sono i forzati della protesta. Professionisti di cortei, manifestazioni e anche di scontri con la polizia. Sono i giovani del Cua, il collettivo universitario studentesco, l’ala dura vicina al centro sociale Askatasuna. Sempre in prima linea dentro e fuori Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche di Torino. Non hanno un leader vero e proprio, ma qualcuno negli anni si è guadagnato il rispetto dei compagni: sono Andrea Bonadonna, Davide Grasso e Lele Rizzo. Ieri non c’erano a Palazzo Nuovo quando la protesta è degenerata. Ma adesso sono pronti a fare la loro parte. Per oggi il Cua ha già convocato una conferenza stampa per raccontare la propria versione di quanto è successo e per chiedere al rettore di fare chiarezza e prendere posizione. Ci sarà certamente Bonadonna, leader storico del Cua, ma soprattutto di Askatasuna. Non ci sarà invece Davide Grasso, all’estero per motivi di studio: lui è un punto di riferimento a Palazzo Nuovo. Lui ha guidato nel maggio del 2008 i cortei contro la Fiera del Libro che aveva scelto Israele come paese ospite. Lui nel maggio del 2007 fu tra i protagonisti degli scontri con la polizia di fronte all’Università. Una situazione analoga a quella di ieri: il Fuan che raccoglieva firme e il Cua a protestare. Finì anche allora in guerriglia.

Grasso venne arrestato e poche settimane fa è stato condannato. Lele Rizzo ha fatto della lotta No Tav la sua bandiera, portandola anche tra i corridoi di Palazzo Nuovo, dove la bandiera No Tav campeggia in bella vista.

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