La sinistra va in piazza a litigare con la D’Addario

Roma«No al bavaglio». A Roma l’hanno scritto su uno striscione, a Napoli, con il pomodoro, su una pizza. Sì, una vera pizza, una margherita con il bordo alto, la bufala di Aversa e il basilico. L’hanno esposta in piazza Trento e Trieste, l’hanno portata un po’ in giro e poi ovviamente se la sono mangiata. A Piazza Navona invece vogliono mangiarsi Patrizia D’Addario che, non invitata, si presenta alla manifestazione contro la legge sulle intercettazioni. Foto, sorrisi, capelli al vento, sobrio tailleur nero, finché, dietro il palco, non riesce a intercettare i giornalisti e a pubblicizzare il suo secondo libro, fresco fresco di stampa.
«No, nessuna pubblicità - spiega - sono qui per difendere il vostro lavoro e la vostra libertà. Del resto questa legge riguarda anche me. Se fosse già stata in vigore, voi sareste in carcere e la mia verità non sarebbe mai venuta fuori. Io l’icona del corteo? Sarei felice di esserlo. Io in politica, con Di Pietro? Sono molto impegnata a difendermi da chi mi ha infangata, ma, semmai, perché no?».
Furibondi gli organizzatori: la presenza della signorina bionda può effettivamente mandare tutto in vacca. «Mi sembra davvero eccessivo che una escort sia venuta qui nel retropalco per farsi la sua conferenza stampa - sbotta Benedetta Buccellato, dell’Associazione teatro italiano -, reclamizza il suo libro in una manifestazione per la dignità della cultura. Lei non è una scrittrice, è una escort. Mi denunci pure, ma io la chiamo così». Fischi, proteste, pure qualche pernacchia per la D’Addario, nonostante la sua timida autodifesa: «Non credo che quella signora avrebbe mai il coraggio che ho avuto io a raccontare la verità a un magistrato». Altri fischi. «Fanno bene a contestarla - è il commento di Roberto Natale, presidente della Fnsi -, qui da noi non è per nulla gradita. Il nostro è un appuntamento aperto, non c’è servizio d’ordine, ma c’è chi vuole speculare. Questa non è la piazza della D’Addario». Indignato Enzo Carra: «Sono qui per la libertà di informazione e trovo davvero squalificante che un evento così importante e imponente venisse monopolizzato dal protagonismo della signorina D’Addario. Bene Natale, meno i colleghi che l’hanno intervistata». Rosy Bindi è più comprensiva: «Che volete farci, siamo un Paese libero... E poi chi ascolta è in grado di valutare i singoli interventi».
Sul palco tocca a Tiziana Ferrario, Tg1, aprire la manifestazione leggendo l’articolo 21 della Costituzione e moderare gli interventi. Sotto, un caleidoscopio multicolor di associazioni: il Popolo Viola, la Valigia Blu, le Agende Rosse, giornalisti, addetti ai lavori, ma anche attori, scrittori, registi, Vip, sindacati di polizia. Tanti soprattutto i politici del centrosinistra: Walter Veltroni, Enrico Letta, Anna Finocchiaro, Piero Fassino, Fausto Bertinotti, Oliviero Diliberto. C’è pure Antonio Di Pietro, particolarmente bellicoso: «Siamo pronti ad occupare la Camera contro il disegno di legge. Fissare l’esame ad agosto è una truffa, un raggiro per bypassare la ribellione dell’opinione pubblica che in estate è in ferie».
Arriva la solidarietà dell’Anm e della Cgil. Parla Franco Siddi, segretario della Fnsi: «La libertà è soprattutto conoscenza, non ci rendiamo conto dei rischi che corriamo. Se sarà il caso, ricorreremo alla Corte europea per i diritti dell’uomo». Si collega telefonicamente Dario Fo: «Berlusconi è in difficoltà, sta perdendo colpi. Non insultiamolo, ignoriamolo». Interviene la cantante Fiorella Mannoia: «Anche il centrodestra dovrebbe bloccare questa legge vergognosa». Prendono la parola la mamma di Federico Aldovrandi e la sorella di Stefano Cucchi: «Se non avessimo fatto pubblicare le foto e gli atti, i due casi sarebbero stati archiviati».

Dacia Mariani vede «un Paese in trance che sta trovando la forza di reagire, grazie al coraggio dei giornalisti». E Claudio Guiardullo, a nome dei sindacati di polizia, difende l’utilità delle intercettazioni nella lotta contro il crimine. Ma la D’Addario ha già rubato la scena.

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