Ancora proteste e repressioni violente in Siria, dove da oltre quattro mesi ormai la popolazione scende in piazza contro il regime di Bashar al-Assad. Dallinizio delle manifestazioni le vittime civili sarebbero oltre 1.500, secondo gli attivisti per i diritti umani. Il bilancio dei morti, tra lo scorso venerdì di protesta «contro il silenzio arabo» (il diciassettesimo) e ieri, è arrivato a 25. Si tratta di cittadini siriani uccisi dalle forze di sicurezza governative, che hanno aperto il fuoco sulle persone in piazza.
Intanto un uomo che si è presentato come colonnello dellesercito siriano ha riferito ieri di aver disertato assieme a centinaia di soldati e ha lanciato un avvertimento al regime di Bashar al-Assad. «Sono il comandante dellesercito libero di Siria - ha detto luomo parlando per telefono alla France Presse, a cui si è presentato come Riad al-Asaad -. Siamo centinaia», ha aggiunto il militare affermando di essere «presso la frontiera turca». Domani comincia il Ramadan e in un comunicato su Facebook gli attivisti della città di Homs hanno annunciato che durante il mese sacro islamico la protesta si sposterà nelle ore notturne, fino allalba. E che scenderanno in piazza ogni notte, per continuare la protesta contro il presidente. Così gli attivisti siriani hanno programmato le manifestazioni anti governative durante il mese del Ramadan.
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