Daraa - Non si placano le proteste in Siria, nonostante le concessioni e la promessa di riforme da parte di Assad. Oggi alcune migliaia di persone sono scese nuovamente in piazza a Daraa, nel sud del Paese, per partecipare ai funerali dei manifestanti uccisi negli scontri dei giorni scorsi con le forze di sicurezza. Solo ieri ne sarebbero morti un centinaio. Secondo la Bbc, la folla, in quello che chiamano "Il giorno della dignità" scandisce slogan con cui chiede maggiori libertà, mentre i militari impediscono ai giornalisti locali e stranieri di raggiungere la città e hanno sequestrato loro l’attrezzatura e gli effetti personali. I manifestanti hanno appiccato il fuoco alla statua dell’ex presidente Hafez al Assad nella piazza della città
Ancora morti Secondo testimoni le forze di sicurezza siriane hanno aperto il fuoco contro i manifestanti che cercavano di arrivare a Daraa e ci sarebbero almeno 20 morti, secondo quanto riferito da attivisti per i diritti umani. Da mercoledì intorno alla città vicina alla frontiera giordana è stato creato un cordone di sicurezza dell’esercito con posti di blocco e meticolosi controlli su chiunque voglia entrare.
Manifestazioni in tutto il paese Intanto, ha preso il via anche nel centro della capitale Damasco una manifestazione in sostegno degli attivisti di Daraa. Circa duecento persone scandiscono slogan e, secondo al-Arabiya, le forze di sicurezza avrebbero arrestato almeno tre dei manifestanti scesi in piazza. Agenti siriani in tenuta anti-sommossa hanno disperso il corteo. Ma la protesta si diffonde a macchia d'olio.
Un video diffuso su YouTube mostra migliaia di siriani che sfilano a Homs, città 180 km a nord di Damasco e luogo di nascita della first lady Assam al Assad, scandendo slogan "per la libertà". Gli scontri tra rivoltosi e la polizia si verificano in tutta la Siria. Complessivamente nel Paese sarebbero almeno 30 le vittime di oggi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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