Sit in dei poliziotti in memoria di Custra: «Via Azzollini»

«Gli errori si pagano una vita intera ma per taluni di essi poi una vita non dovrebbe nemmeno bastare» recita duro e malinconico il manifesto del sindacato di polizia Coisp (Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di polizia) disteso davanti a Palazzo Marino. Sopra - e su tutte le magliette che indossavano i poliziotti presenti ieri mattina in piazza Scala - la foto di una vecchia ma indimenticabile scena: quella del ragazzo con la pistola puntata sui poliziotti il 14 maggio 1977, in via De Amicis. Ieri, infatti, era una ricorrenza importante per Milano, per la polizia. Era il 35° anniversario dell’assassinio del poliziotto Antonio Custra, ucciso proprio quel giorno e durante quegli scontri. Da mesi Carmine Abagnale, poliziotto, consigliere comunale del Pdl e vice presidente della commissione antimafia di Palazzo Marino, si sta battendo con i suoi affinché Maurizio Azzollini - capo di gabinetto del vice sindaco Maria Grazia Guida di Milano - venga allontanato dalla sua carica. Azzollini, infatti, quel giorno di 35 anni fa aveva 16 anni, e, anche se impugnava una pistola, non fu lui a uccidere Custra. Ma «c'era, aveva una pistola e sparava», ricorda Abagnale che ha organizzato, insieme ai colleghi del sindacato del Sap e all’Associazione europea vittime del terrorismo, il sit in di ieri mattina davanti alla sede del Comune.
«Abbiamo creato delle vere e proprie cartoline indirizzate al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (che ieri era a Milano, ndr) nelle quali chiediamo il suo intervento nei confronti del sindaco di Milano - spiega Abagnale -. Giuliano Pisapia deve infatti revocare l’incarico affidato dalla sua vice all’ex terrorista Maurizio Azzolini.

La sua carica non l’ha ottenuta per merito, magari dopo un concorso, ma per nomina. Perché se un poliziotto fa qualcosa di sbagliato, giustamente, viene allontanato da ogni tipo d’incarico e Azzollini, invece, è stato premiato?».

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