Sit in di solidarietà nelle città: «Siamo tutti con voi»

L’Italia freme di indignazione, l’Europa sonnecchia. La vicenda dei due marò tenuti prigionieri in India divide Roma e Bruxelles. Così, ieri nella capitale belga gli eurodeputati italiani del Pdl - quelli del Pd erano solidali ma assenti - hanno inscenato una protesta contro l’«assordante silenzio» della diplomazia europea nella vicenda, sancito dalle pilatesche parole pronunciate lunedì dalla «ministra» degli Esteri della Ue, Catherine Ashton. Parole «irricevibili e inaccettabili» secondo gli europarlamentari, che hanno sollecitato ancora una volta l’intervento dell’Ue al fianco dell’Italia mostrando davanti all’aula del Parlamento di Bruxelles manifesti con una foto dei due e la scritta «salviamo i nostri marò».
«La baronessa Ashton - ha denunciato Roberta Angelilli, tra gli organizzatori dell’iniziativa - ha liquidato la questione come bilaterale. Ma sorge legittima la domanda: cosa ci sta a fare? Quando il servizio diplomatico europeo è stato salutato come ministro degli Esteri europeo ci aspettavamo un’Europa che parlasse con una voce sola... Ma tutta questa grande organizzazione del servizio diplomatico europeo non produce nulla. Se non serve a niente, smontiamo questo circo».
A Roma gli echi della protesta di Bruxelles rimbalzano nella piazza della Rotonda, dove Pdl e Giovane Italia hanno organizzato una maratona oratoria poi interrotta dalla pioggia.
Anche qui, malgrado gli appelli del coordinatore del Pdl Ignazio La Russa per una partecipazione bipartisan, si tratta di una mobilitazione a senso unico. A dare il via alle danze Giorgia Meloni, che esordisce al grido di: «Riportiamoli a casa». L’ex ministro della Gioventù è convinta che il governo non abbia fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità per Salvatore Girone e Massimiliano Latorre: «Palazzo Chigi deve puntare i piedi».
Di «schiaffo al nostro Paese» parla il deputato del Pdl Mario Landolfi, che taglia corto: «Se qualcuno non è in grado, non è capace rassegni le dimissioni perché non è in ballo una poltrona ma l’interesse nazionale». Un applauso convinto lo strappa Mario Mantovani, coordinatore lombardo del Pdl, citando quanto dettogli poco prima dal tassista che lo ha portato da Fiumicino alla Camera: «A dottò, se al governo c’era ancora Berlusconi a quest’ora i due marò stavano già a casa».
È quello che più o meno pensano tutti nell’umido pomeriggio romano che diventa sera, mentre i giovani del Pdl srotolato uno striscione in rima: «Non giocate a fare gli indiani, liberate i militari italiani».
Arrivano anche le parole del presidente del Senato Renato Schifani: «Sono certo che il governo si sta impegnando al massimo per tutelare innanzitutto la nostra immagine e la dignità di un Paese che in questo momento si sente ferito.

Siamo vicinissimi ai nostri marò, apprezziamo il loro contegno». Sull’atteggiamento composto dei due soldati la seconda carica dello Stato insiste molto, con parole di ammirazione. «Tutto il Paese è vicinissimo a loro», conclude Schifani.

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