Luca Rocca
In ricordo di una gloriosa rivoluzione. È con questa convinzione che ieri i giovani azzurri, guidati dalla coordinatrice nazionale di Forza italia giovani, Beatrice Lorenzin, da Giancarlo Miele, coordinatore dei giovani di Fi nel Lazio e dal segretario generale, Francesco Pasquali, hanno incontrato lambasciatore ungherese in Italia, István Kovács.
Alle autorità ungheresi è stata illustrata una mozione presentata dai giovani amministratori azzurri nei comuni italiani. La mozione sarà presentata anche al comune di Roma, probabilmente per mano del consigliere Davide Bordoni. Lintento, più che nobile, è quello di ricordare il cinquantesimo anniversario della manifestazione degli studenti ungheresi per la conquista della libertà e per la fine della brutale occupazione sovietica. «La rivoluzione ungherese ha aperto gli occhi persino a tanti militanti del Pci e dei partiti comunisti europei su ciò che stava accadendo oltre cortina sottolineano Lorenzin e Pasquali ma purtroppo non pochi vivono ancora come un tabù questa lampante e semplice verità». Il riferimento dei due dirigenti azzurri è a chi, come Armando Cossutta, «continua a nobilitare la figura di Togliatti e a rivendicare con orgoglio loccupazione violenta e dittatoriale degli Stati nazionali conquistati dal regime sovietico». Ma liniziativa dei giovani azzurri non guarda solo al passato: «È importante per la coscienza civile delle generazioni nate dopo la caduta del muro di Berlino, che si faccia chiarezza su pagine buie della nostra storia post-bellica affermano i dirigenti azzurri e che ciò sia urgente lo si capisce osservando lostilità incontrata da Gianpaolo Pansa con i suoi libri, scritti nel tentativo di fare unoperazione di verità storica».
Nella mozione presentata dai giovani di Fi, si evidenzia come «il nuovo clima nazionale e internazionale avviato dalla fine della guerra fredda, ha permesso di guardare agli eventi del 56 e al loro tragico epilogo con obiettività, giungendo alla piena riabilitazione dei protagonisti».
Riabilitazione condivisa anche dalle parole pronunciate recentemente dal Capo dello Stato. Si aggiunge poi che sono «condivisibili le motivazioni e gli obiettivi alla base dellistituzione di giornate di commemorazione dei più importanti avvenimenti nazionali e internazionali, attraverso cui è possibile contribuire alla costruzione di valori condivisi, quali la libertà, la democrazia, la giustizia e la difesa dei diritti umani».
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