Cè una lettera dove Giulio Sapelli ricorda a Filippo Penati limpegno «già programmato e pianificato» di mandare a casa lamministratore delegato di Serravalle Massimo Di Marco. È la stessa raccomandata con ricevuta di ritorno dove il presidente di Asam, lholding finanziaria della Provincia di Milano, avverte linquilino di Palazzo Isimbardi di aver «concluso un agreement» con «due enti finanziari (inglesi, ndr) disponibili» a governare loperazione di cessione del trenta per cento delle quote di Asam.
Scoperta messa a segno da Alleanza nazionale che proverebbe quindi lesistenza di «un patto di troppo tra Penati e Sapelli». Patto «segreto per far fuori chi aveva cantierizzate le opere, acquistato Serenissima e tentato di bonificare la società autostradale pur dopo aver distribuito consulenze agli amici degli amici». Disegno perseguito da Sapelli, secondo Gianfranco De Nicola (An), per «poter essere il padrone assoluto delle partecipate della Provincia, gestire cioè i beni dei milanesi come se fossero roba sua».
E mentre leuroparlamentare Romano La Russa e il capogruppo regionale Roberto Alboni reclamano «le dimissioni di Sapelli» e invitano Penati «a fermare loperazione Asam e quindi a rimandare lapprovazione dello statuto della società, che messo a punto da Sapelli potrebbe riservare sgradite sorprese», spunta il «nuovo» ad di Serravalle «secondo Sapelli»: sarebbe il sestese Fabio Terragni «uomo di Penati e già amministratore delegato di Asnm-Bic la Fucina».
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