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Smontare le intercettazioni, unica speranza del Genoa

Piero Pizzillo

da Genova

Subito dopo la perquisizione dei Carabinieri nell’auto di Pagliara, avvenuta nei pressi della «Giochi Preziosi» e il ritrovamento dei 250mila euro in contanti, il diesse del Venezia ha chiamato al cellulare Matteo Preziosi e non il presidente del Genoa Enrico: «Mi hanno fermato e hanno trovato la valigetta ma ho detto che i soldi erano per Maldonado». Ieri si è appreso, dopo le anticipiazioni di sabato, che Matteo Preziosi, preoccupato, dopo qualche minuto avrebbe richiamato Pagliara: «Ti hanno fermato qui vicino?». «No stai tranquillo ero già lontano», la risposta del diesse lagunare. Tra il primo e il secondo tempo del match tra Genoa e Venezia, l’ex patron Franco Dal Cin ha chiamato un altro dirigente: «Preziosi avrà rischiato un infarto dopo il pareggio - diceva al cellulare -. Che cosa sta succedendo?». Nuovi stralci di intercettazioni che rafforzano la tesi dell’accusa ma che i legali del Genoa, con in testa Franco Coppi, l’avvocato che si è aggiunto al collegio, stanno cercando di rendere inutilizzabili nel processo della giustizia sportiva. Che intanto sta facendo il suo corso. Domani mattina infatti saranno interrogati i giocatori del Venezia Benussi, Esposito, Savino, Oliveira, Vicente, Maldonado e all’agente Claudio Vagheggi. Giovedì sarà invece la volta di Borgobello, Lejsal e Pezzato, insieme al dirigente del Torino Massimo Cravero e i due allenatori Manzo e Cosmi. Il giorno dopo saranno interrogati il consulente della Gea Massimo Brambati, i calciatori del Piacenza Gautieri, Lucenti, Pepe e Campagnaro, oltre all’amministratore delegato del Genoa Davide Scapini e al segretario Bignone.

Nel pomeriggio arriverà Franco dal Cin e Luigi Gallo, per chiudere il 5 luglio con Enrico e Matteo Preziosi e Pino Pagliara.

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