Ma soap e sit-com sono lombardo-piemontesi

Il genere che da sempre preferisce il nord è la sit-com. Pioniera è stata Mediaset, la sfilza dei titoli è lunga, risale agli anni Ottanta con Casa Vianello con Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Il «che noia, che barba, che noia» di «Sandrina», come la chiama Raimondo, quest’anno compie diciott’anni: la serie ha superato i duecento episodi, un vero record anche per i più riusciti serial americani, mantenendo intatto il suo schema iniziale di zuffe quotidiane fra una simpatica coppia di coniugi. Seguirono, nel ’92, le puntate di Nonno Felice con l’impareggiabile Gino Bramieri, che affrontava in modo ironico e divertente le normali incomprensioni tra figli, genitori e nonni. Poi fu la volta di Finalmente soli, con Gerry Scotti e Maria Amelia Monti, e di Due per tre con Johnny Dorelli e Loretta Goggi, protagoniste due coppie non giovanissime ma innamorate e in vena di scherzi. Si arriva così a Il mammo, con Enzo Iacchetti nei panni di papà single e Natalia Estrada vicina sexy, a Supermercato, esperimento di breve durata con Angela Finocchiaro e Enrico Bertolino, fino alle più recenti Love Bugs e Camera Cafè.
Con le sit-com anche le soap si sono trovate bene in alta Italia: vicino Torino è nata una specie di cittadella dove vengono girate Vivere e Centovetrine, stabilite al nord anche per dare una risposta concorrenziale al successo Rai della napoletana Un posto al sole.

Anche la tv pubblica inizia a cercare il suo spazio con Cotti e mangiati, ora in onda su Raiuno e con il prossimo In treno, minifiction sull’universo ancora tutto da esplorare dei pendolari che alla sera lasciano Milano per rientrare a casa nell'hinterland.

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