SocGén trascina nella bufera anche la Fed

SocGén trascina nella bufera anche la Fed

da Milano

La più colossale truffa della storia della finanza - il «buco» di 4,9 miliardi procurato alla Société Générale da un impiegato infedele - diventa anche un giallo macroeconomico. Ieri il Wall Street Journal ha messo in relazione l’evento di cui è vittima la terza banca francese con la decisione della Federal Reserve di abbassare improvvisamente, martedì, i tassi d’interesse di 75 punti base. Fonti della Fed assicurano di essere state completamente ignare sia della maxi-truffa, che della decisione di Société Générale di smobilizzare sul mercato, il 21 gennaio, posizioni di trading non autorizzate messe in piedi dal trader Jerome Kerviel. Sarebbero stati questi smobilizzi a provocare la reazione di vendite che ha colpito i mercati nel «lunedì nero» di questa settimana, mentre Wall Street era chiusa. Si pensa, appunto, che la Fed abbia agito sull’onda di queste vendite che non sarebbero state scatenate dalle preoccupazioni per la recessione negli Stati Uniti, ma dallo smobilizzo delle posizioni di SocGén. La Fed, da parte sua, si difende e continua a ripetere che il taglio non è stato deciso per il crollo dei mercati, ma in base alla valutazione sull’economia Usa.
Mentre ieri il titolo SocGen alla Borsa di Parigi ha nuovamente ceduto il 2,56%, emergono nuovi particolari. La più grande frode della storia della finanza internazionale sarebbe stata scoperta venerdì scorso «nel corso di un controllo di routine» nella sala operativa. Per dodici mesi il junior trader ritenuto responsabile delle malversazioni, Jerome Kerviel, avrebbe operato indisturbato passando ordini fino a 48 miliardi di euro. Lo ha rivelato ieri il quotidiano Le Monde, cercando di ricostruire i fatti ora sotto inchiesta.
Venerdì 18 gennaio gli ispettori, nel corso di un controllo di routine, individuano qualcosa di anormale solo grazie a un errore del trader. Sabato Kerviel viene convocato e, secondo la banca, ammette le proprie responsabilità. Domenica gli ispettori scoprono ordini d’acquisto per diversi miliardi di euro che fanno correre alla banca un enorme rischio finanziario. SocGen avverte la Banca di Francia e il garante dei mercati finanziari, ma non il governo.
Viene deciso di mantenere il segreto per permettere alla banca di rivendere, nella massima discrezione, i prodotti acquistati dal trader. Tra lunedì 21 e mercoledì 23 i 48 miliardi di prodotti derivati vengono liquidati per tranche. La perdita per la banca è di 4,9 miliardi. Una volta eseguito il piano, la banca chiama l’Eliseo, il primo ministro e il ministero dell’Economia e poi il cda. Giovedì, infine, l’annuncio pubblico. Ma sulla versione ufficiale restano sospetti: si pensa che la banca abbia esagerato il ruolo del trader per dissimulare altri tipi di perdite.


Ieri il presidente francese Nicolas Sarkozy, da Delhi, ha voluto tranquillizzare i mercati sulla tenuta del sistema finanziario francese. Intanto la banca, con una capitalizzazione scesa a 35 miliardi, e un azionariato diffuso, è più che mai scalabile. Unicredit: «Non in agenda acquisizioni».

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