All'università un corso per "decolonizzare" Tolkien: "Demonizza i neri"

Un corso dell’Università di Nottingham denuncia la presunta “antipatia” nei confronti degli africani ne "Il Signore degli Anelli"

All'università un corso per "decolonizzare" Tolkien: "Demonizza i neri"
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“Antipatia nei confronti degli africani”. Questa la colpa de “Il Signore degli Anelli” secondo gli esperti che hanno creato il corso “Decolonising Tolkien et al” all’Università di Nottingham. In altri termini, anche il capolavoro di JRR Tolkien è finito nel mirino della cultura woke. Sì, perché agli studenti viene insegnato che l’opera “demonizza le persone di colore”, poiché gli orchi e gli altri personaggi dalla pelle scura sarebbero vittime di “sciovinismo etnico”.

Il corso è diretto dal professor Onyeka Nubia, che sostiene che le razze orientali nel regno immaginario della Terra di Mezzo sono raffigurate come malvagie, mentre i popoli occidentali dalla pelle più chiara sono rappresentati come virtuosi. E quindi “Il Signore degli Anelli” è indiscutibilmente razzista. Così tra i popoli “diffamati” da Tolkien ci sono gli Esterling, i Sudroni e gli uomini di Harad. Senza dimenticare che la trilogia presenta anche gli orchi dalla pelle scura, creature malvagie al servizio di Sauron, noto come l’”Oscuro Signore”. Secondo gli autori del corso, il trattamento che Tolkien riserva alle razze immaginarie si inserisce in una tradizione di "antipatia" nei confronti degli africani, in cui i popoli africani vengono dipinti come "nemici naturali dell'uomo bianco".

Ma attenzione, “Il Signore degli Anelli” è in buona compagnia. Gli studenti del corso di Nottingham impareranno anche a "ripopolare" il canone del mito e della leggenda britannici. Il professor Nubia, collaboratore occasionale della Bbc, ha pubblicato articoli in cui affermava che l'Inghilterra medievale "aveva popolazioni eterogenee e vi vivevano africani", ma che lo "sciovinismo etnico" era evidente nella letteratura, incluso il “Paradiso Perduto” di Milton, e che la tradizione persisteva nelle opere di Tolkien e Lewis. E nel testo del corso si sostiene che l'opera di Shakespeare abbia contribuito a promuovere la visione di un "passato inglese fittizio e monoetnico".

Si afferma inoltre che le sue opere teatrali siano problematiche perché "mancano riferimenti diretti agli africani che vivono in Inghilterra", creando l'"illusione" di omogeneità razziale in Inghilterra.

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