"Kraken, Gryphon, Centaurus": ecco chi da il nome alle varianti Covid

I nomi più strani dati alle varianti di Omicron nascono dalla mente di un biologo canadese: ecco di chi si tratta e dove ha avuto origine la sua idea

"Kraken, Gryphon, Centaurus": ecco chi da il nome alle varianti Covid

Ogni volta che sui media appare il nome di una nuova, o più, varianti dell'ex Covid-19 la popolazione (giustamente) si preoccupa e si interroga sul perché vengono dati certi appellativi, specialmente quando non si tratta di vere e proprie mutazioni del virus ma piuttosto di piccoli adattamenti che fa per continuare a sopravvivere a immunità di gregge, vaccini e quant'altro. Prima si chiamavano tutte in rigoroso ordine alfabetico greco, adesso ci sono i nomi più disparati e strani come Centaurus, Gryphon fino a Kraken: dietro a questa regia occulta non c'è più l'Oms (che le identifica con lettere e numeri) ma un uomo: il prof. Ryan Gregory, docente di Biologia all'Università di Guelph in Ontario (Canada).

"Non voglio provocare panico"

Anche se spesso e volentieri ottiene l'effetto opposto, il suo intento è quello di "aiutare le persone a distinguere le varianti più importanti, non provocare il panico", ha dichiarato in un'intervista a Repubblica. Il biologo 47enne canadese è ormai famoso in tutto il mondo: nonostante le sue dichiarazioni, ad esempio, il nome Kraken deriva dal leggendario mostro marino di enormi dimensioni. È chiaro che poi, per molti, si scatenino preoccupazioni ma lui non ci fa caso e va avanti per la sua strada spiegando che l'Oms "usa le lettere greche per identificare le varianti preoccupanti, Alfa, Delta, Omicron, o il nome tecnico. Fino a pochi mesi fa ha funzionato bene, ma ora ci sono centinaia di varianti di Omicron e tutto diventa più confuso".

Dove nasce l'idea

In realtà, il prof. Gregory l'idea di usare questa terminologia per le sottovarianti di Omicron l'ha "rubata" in rete quando un utente ha chiamato Centaurus la mutazione BA.2.75. "Ho capito che quella era la direzione in cui andare": e così che, se all'inizio voleva mantenersi in linea con i nomi greci usati in questi anni, il prodotto non poteva funzionare a dovere perché le analogie con le lettere dell'alfabeto erano tante, troppe. "Kraken, il più recente, non viene dalla mitologia greca ma dalla cultura popolare", sottolinea.

Anche gli esperti, ormai, ci dicono che fin quando il ceppo rimane sempre lo stesso, ossia Omicron, non c'è da preoccuparsi ma il professore sa che esistono circa 650 varianti ed "è necessario distinguerle per capire quali sono le più interessanti". Ecco perché è nata Kraken che, alla precisa domanda se può diffondere il panico, il biologo afferma con certezza che "è la mancanza di informazione che genera le paure. I nomi usati non sono tutti mostri utilizzati per terrorizzare, ma servono a distinguere le varianti più importanti. Ciò sta richiamando l'attenzione, ma non vedo discussioni apocalittiche, sui social o altrove. In genere si parla in maniera equilibrata di cosa significano le varie varianti e cosa richiedono".

La situazione pandemica nel mondo

Se ormai, nella gran parte del mondo, con l'ex Covid-19 si convive benissimo, i problemi maggiori riguardano quasi esclusivamente la Cina che, dopo aver adottato per due anni la politica "Zero-Covid", ora sta combattendo una situazione disastrosa data dall'eliminazione improvvisa delle restrizioni. L'ottima notizia è che il virus è sempre lo stesso e non ci saranno ripercussioni negative per il mondo occidentale. Il professore distingue e ammette che le varianti più pericolose sono ormai alle spalle e recavano tutti i nomi dell'alfabeto greco. "Omicron è stato molto contagioso, Delta più severo, ma Omicron ha causato più ospedalizzazioni e decessi proprio perché è stato più trasmesso. In Cina ci sono milioni di casi, per le ragioni che abbiamo detto, e quindi permane il rischio di mutazioni. Esistono anche ricombinazioni, come Deltacron, un misto di Delta e Omicron".

La situazione immunità, però, è totalmente diversa rispetto a uno, due e tre anni fa.

"Ci sono i booster, le difese generate dalle infezioni precedenti, e quindi meno situazioni estreme. Non più grandi picchi, ma un livello sostenuto: invece di ondate, un'alta marea. È importante che la gente lo sappia, per evitare il panico, che francamente non vedo", conclude.

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