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Empatia, questa sconosciuta

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Possiamo parlare del “consenso”? Mi soffermo sul lasso temporale tra la conoscenza visiva e quella “biblica”. Più torniamo a ritroso e più tale intervallo si allunga. Prima di arrivare sotto le lenzuola c’era tutto il tempo di poter verificare in modo graduale il reale consenso della ragazza. Oggi però tutto è estremamente velocizzato. Tutto si svolge in un paio d’ore! Un aperitivo, una pizza sono chiaramente considerati già un consenso prodromico. E al momento clou diventa quindi quasi impossibile passare dal tacito consenso al netto dissenso. Passiamo dal “coitus interruptus” al “coitus dissentiens”? E se all’interno di una coppia ufficiale ci si potrà avvalere di un repentino “scusa… caro ho mal di testa”, in una coppia appena conosciuta quell’escamotage è da escludere a prescindere.
Alex M.


Intanto vorrei chiarire che niente e nessuno, tantomeno una donna, vi impedirebbe di tornare a prendervi il tempo per “capire” se chi vi sta difronte ha voglia o meno di gettarsi in un amplesso con voi. Quando si parla di persone normali (e per normali intendo sane cioè scevre da istinti violenti), non vedo quale sia il problema. Io ho sempre trovato il modo di comprendere e farmi comprendere e non è neppure mai stato nulla di defatigante. Trovo che il consenso firmato sia una follia comica che semmai, ancora una volta, tutela solo l’uomo. Perché può al massimo garantire che una donna (a questo punto una donna in cattiva fede, evidentemente) non si penta e non ci ripensi “dopo”. Ma, per il resto, immagini la scena: se sono consenziente e l’uomo che ho davanti mi sventola un foglio davanti alla faccia, mi rivesto e me ne vado per non essere sopraffatta dal grottesco anziché che da qualcos’altro. Ma se disgraziatamente scopro di aver davanti un maniaco non credo che prima di saltarmi addosso mi porga una Bic e attenda che io apponga una sigla. Quindi follia, appunto. Credo che tocchi continuare a cavarsela nel solito modo che, mi creda, non è poi così difficile. Oltre al sonoro «no» che una donna può opporre forte e chiaro e che voi dovete tassativamente rispettare, c’è sempre quella misteriosa gamma di segnali che esistono fin dalla notte dei tempi. Basta mettersi in ascolto, connettersi, sentirsi.

La cara vecchia empatia, questa sconosciuta, che torna utile in un sacco di cose per non dire in tutte: in ufficio, in vacanza, con i figli, con il vicino di casa, sotto le lenzuola... E perfino per capire se alle lenzuola non si arriverà mai.

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