Cara Valeria, sono un attento lettore della sua rubrica e voglio raccontarle quello che da qualche mese sta accadendo nel mio posto di lavoro. Le anticipo che le scrivo non come protagonista, ma come disinteressato spettatore non pagante. Mi faccia raccontare, poi le dirò cosa ne penso. Da qualche mese è stata assunta una nuova collega, simpatica e spigliata. Da quello che ho intuito, un collega ben più adulto, sposato con prole, ha iniziato, sottolineo invano, a farle una corte impacciata ma serrata. Le attenzioni della ragazza, invece, sono cadute su un secondo collega, ben più giovane, ma anch’egli sposato con figli. Da quello che posso vedere, c’è del feeling da ambo i lati: chiacchiericcio continuo alla scrivania, pranzi insieme, ammiccamenti, battutine e uscite insieme per andare a casa. Ora non so se sia solo un’amichevole intesa oppure, ma non ci metterei la mano sul fuoco, i due giovani siano già passati allo step successivo: quello che mi turba è vedere un ragazzo buttarsi via per una, mi passi il termine, emozione passeggera. Sarà che con l’età si diventa più bigotti?
Massimo S.
Caro Massimo, quando si passa ad essere quelli che “osservano” gli altri agire si diventa per forza più analitici, non per questo più bigotti. Ma va detto che forse anche lei, all’età del suo giovane collega, sarebbe stato meno riflessivo e più istintivo. Purtroppo le attenzioni, specie quelle nuove, fresche e inattese, intrigano chiunque. E temo che il suo amico non sia diverso dagli altri da questo punto di vista. Però forse, avendo a casa moglie e figli, è il primo a mantenersi prudente e a non spingersi oltre. Magari la giovane neo assunta cerca appoggi e consensi, ed è piuttosto normale essendo arrivata in un nuovo ambiente che quasi certamente un po’ la inibisce. Probabilmente ha visto in lui una sorta di mentore con il quale trova più semplice colloquiare perché vicino a lei per età. O magari si è anche invaghita, la poverina. È giovane, sola in un luogo di lavoro dove tutti vi conoscete già da tempo, magari vagamente intimorita dalla nuova sfida professionale e vede in lui una guida.
E si sa, quando le donne vedono il lato protettivo di un uomo tendono ad affidarsi e alla lunga a invaghirsi. Mi auguro, contrariamente ai suoi timori, che il suo collega sappia mantenersi professionale e che, in ogni caso, tenga sempre bene a mente che una volta spento il computer c’è una famiglia, altrove ad attenderlo.