Soldatessa in posa con i prigionieri bendati Foto choc su Facebook imbarazzano Israele

Ha reagito ieri con una mezza offerta di scuse, accompagnata da espressioni di vittimismo e autocommiserazione, la giovane ex soldatessa israeliana finita due giorni fa nell’occhio del ciclone per aver pubblicato su Facebook foto - apparse ai più di scherno - che la ritraevano in posa e sorridente dinanzi a ignari prigionieri palestinesi ammanettati e bendati.
Criticata da attivisti per i diritti umani, ma anche da un portavoce dello stato maggiore dell’esercito israeliano e da quasi tutti i giornali nazionali, la ragazza - Eden Abargil, congedata qualche mese fa - si è fatta viva per giurare sulla sua «buona fede» e raccontare di aver ricevuto anche «minacce di morte» nelle ultime ore. «Mi scuso se ho offeso qualcuno, ma posso assicurare di aver agito in tutta innocenza», ha dichiarato, aggiungendo di non aver mai maltrattato i detenuti. Detto questo, ha scaricato in sostanza la responsabilità dello scandalo sui mass media e su chi l’ha criticata: «Si trova sempre qualcuno pronto a ridire contro Eretz Israel, non siamo un popolo con molti amici e ci attaccano per la minima cosa», ha chiosato, buttandola sul pattriottismo.
Eden non ha mancato di polemizzare neppure con lo stato maggiore, dicendo di essersi sentita sola, rivendicando d’aver «servito Israele» durante la leva e manifestando adesso il rimpianto di averlo fatto.
Le foto - caricate su Facebook in un folder intitolato «Il servizio militare: il periodo più bello della mia vit» - sono finite solo in parte sui media. Un portavoce militare le ha definite il prodotto di un comportamento «vergognoso», ma isolato, mentre il direttore del Centro israeliano contro la tortura ne ha parlato come del frutto d’una mentalità corrente di disprezzo dei detenuti, e dei palestinesi in genere, fra i ranghi delle Forze armate.


Un rappresentante dell’Autorità nazionale palestinese, Ghassan Khattib, ha espresso indignazione, descrivendo l’episodio come un esempio fra i tanti «dell’ orgoglio con cui gli occupanti sono soliti umiliare i palestinesi». E ha ipotizzato un’azione legale contro la ex militare.

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