Il CairoSono centinaia i turisti che hanno preso letteralmente dassalto laeroporto internazionale del Cairo per partire con il primo volo possibile. Tra loro ci sono anche molti italiani. Gli Stati Uniti hanno consigliato a tutti gli americani in Egitto di lasciare il Paese dopo i disordini degli ultimi giorni e ora i soldati egiziani sarebbero anche nella zona di Sharm El Sheikh: e la paura comincia a serpeggiare anche nel paradiso dei vacanzieri. Alcune società internazionali come Shell, Lukoil, Lafarge e Crédit Agricole hanno organizzato rimpatri per i dipendenti, ma nessun governo ha ancora deciso di evacuare i suoi cittadini.
Da venerdì, quando per la seconda volta in una settimana la folla è scesa in strada a protestare contro il regime e si è scontrata con la polizia, le hall dei grandi hotel del Cairo sono affollate da agitati turisti pronti a partire. Gruppi di americani, inglesi, italiani e francesi, bagagli alla mano, ascoltano attentamente le guide turistiche che forniscono loro informazioni sulla difficile situazione. Molti in queste ore hanno tentato di lasciare il Paese, in pochi hanno deciso di continuare le vacanze.
I blindati bloccano gli accessi alla piazza principale del Cairo. I soldati lasciano però passare gruppi di persone che continuano a sfidare i divieti del regime per partecipare alle proteste. Ed è con cori da stadio che la piazza ha reagito ieri alla comparsa dei caccia dellaviazione sui cieli della capitale. Gli aerei e gli elicotteri militari hanno sorvolato molte volte la città: un rumoroso avvertimento alle bande che in queste ore stanno saccheggiando negozi e uffici. Gli agenti delle forze di sicurezza, solitamente presenti a ogni angolo di strada, hanno abbandonato le loro posizioni per tornare solo ore dopo. Decine di centrali di polizia nel paese sono state incendiate, i depositi di armi svuotati. La notizia della fuga dalle carceri di migliaia di prigionieri ha irrobustito le ansie dei turisti e della popolazione, che ha già formato gruppi di autodifesa dei quartieri. Alcuni hotel del centro della capitale hanno rinforzato le vetrate e gli ingressi con pannelli in legno, e aumentato la sicurezza. Al Semiramis, albergo a un passo dalla piazza del dissenso, dopo il coprifuoco le guardie si armano di bastoni e gli ascensori non funzionano dalla lobby al terzo piano. Il manager dellhotel dice che probabilmente nelle prossime ore gli ospiti saranno evacuati. In altri alberghi della capitale l'atmosfera è più rilassata, ma alcuni rifiutano nuove prenotazioni, per sicurezza e incapacità a garantire il servizio.
Per arginare saccheggi e violenze, l'esercito è stato dispiegato in alcuni quartieri ricchi della capitale, come Heliopolis, dove si trova anche il palazzo presidenziale. I blindati sarebbero ora anche nella zona di Sharm El Sheikh, dove ci sono centinaia di turisti stranieri e dove si trova la villa del rais Hosni Mubarak. Per entrare nel Sinai i militari avrebbero ottenuto l'autorizzazione di Israele: secondo il Trattato di pace tra i due Paesi, infatti, la zona è demilitarizzata. Al Giornale Faiza Farid Ahmed Frigido, console onorario italiano a Sharm, dice che «la situazione è tranquilla e che in città non ci sono i militari». Tuttavia, i voli dall'Italia sono vuoti e chi aveva in programma di partire per il mar Rosso ha cancellato la vacanza. Per l'ambasciatore italiano Claudio Pacifico i carri armati vicini a Sharm El Sheikh possono garantire la sicurezza di migliaia di turisti e vacanzieri presenti. La Farnesina e l'ambasciata italiana stanno facendo di tutto per fare rientrare gli italiani dall'Egitto, ha aggiunto ai microfoni si Sky Tg24. Sono 7.500 i nostri connazionali che vivono nel Paese e circa 12mila quelli presenti per motivi di lavoro o per un viaggio di piacere.
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