Soldi all’estero, 2100 i milanesi nella lista nera

Sono circa 2.100 i nomi dei presunti evasori fiscali milanesi. Tutti inseriti nella lista Falciani tra persone giuridiche, fisiche e società e finiti nel mirino della guardia di finanza di Milano.
I pm Carlo Nocerino, Stefano Civardi e Roberto Pellicano hanno aperto un’inchiesta a «modello 45», cioè senza ipotesi di reato e senza indagati. Le Fiamme Gialle, che hanno ricevuto lo scorso ottobre i circa 2.100 nominativi stralciati per competenza dalla lista generale, convocheranno le persone dell’elenco tra cui imprenditori, liberi professionisti o titolari di società tra Milano, Monza e Brianza per verificare le loro posizioni.
Avere un conto all’estero, però, non costituisce reato, se il capitale è stato denunciato. A spiegarlo al Giornale è un professionista che di queste cose se ne intende: Nino Stufano, oggi avvocato specializzato in diritto tributario, dopo avere lavorato per anni come ufficiale della Guardia di finanza milanese. «In Italia l’esportazione di valuta non è più un reato da molti anni - spiega Stufano - d’altronde il trattato di Maastricht prevede la libera circolazione dei capitali.

Si può porre, al più, un problema di tipo fiscale.
Poiché nella dichiarazione dei redditi, esattamente al quadro RW, vanno indicate eventuali disponibilità patrimoniali all’estero, se questo non è avvenuto si è passibili di una sanzione».

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