Integrazione o discriminazione al contrario? In una zona di «frontiera», come questa, non sempre è facile tracciare un confine. In una zona di frontiera ogni caso è delicato, divide, fa discutere. Anche un contributo economico (di modesta entità) per uniniziativa natalizia. La Zona 3 è la punta più avanzata della «questione rom» di Milano. È quella dei nomadi di via Rubattino. Sgomberati più volte dal Comune, difesi da una parte del quartiere, mal sopportati da unaltra. Sono le famiglie che due anni fa si rifugiarono (o furono condotte a rifugiarsi) nella chiesa del quartiere Feltre - si dice per idea di alcuni volontari e politici della sinistra, che fecero arrabbiare moltissimo il povero parroco che si ritrovò la «chiesa occupata». Un caso che è diventato un libro, un simbolo. Esaltato da una parte del volontariato e della sinistra, negato dagli altri. La spaccatura torna a emergere per la decisione del Consiglio di zona 3 di finanziare, facendola propria, uniniziativa natalizia della Comunità di SantEgidio, il movimento del laicato cattolico fondato dallattuale ministro della Cooperazione, Andrea Riccardi. Riccardi è stato al centro delle polemiche, qualche giorno fa, per la proposta di un intervento pubblico teso a favorire la stabilizzazione abitativa dei cosiddetti nomadi - la proposta, insomma, delle case ai rom. Nella Zona 3, si riproduce lo stesso meccanismo di approccio e polemiche. La commissione Politiche sociali della zona propone al Consiglio, che approva a larga maggioranza, di concedere 450 euro per liniziativa «Regali di Natale presso il centro Pia Marta». Fin qui nessun problema, non fosse che nella motivazione della delibera si parla di un «pranzo di Natale, presso il centro Pia Marta, sito in via Pusiano, per le famiglie di nazionalità romena meno abbienti della zona». Ed è qui che sorge la polemica. «La premessa è che non ho niente contro le famiglie rom o contro i volontari che li hanno seguiti e aiutati - dice Gianluca Boari, consigliere ed ex vicepresidente di Zona del Pdl - ma proprio non capisco perché il Consiglio debba decidere di procedere a far sua, finanziandola - perché non è solo un contributo - uniniziativa che nasce su base etnica. Mi sembra una discriminazione al contrario. Non è un problema di 450 euro, è il principio che non condivido affatto».
La Comunità di SantEgidio risponde che si tratta del consueto pranzo di Natale che da anni il movimento organizza. «Non è riservato solo ai rom - spiega Giorgio Del Zanna, responsabile milanese - ci saranno 600 persone. Poveri, anziani, immigrati, nomadi e volontari. Non è uniniziativa chiusa». Nella delibera si parla di «unesperienza di solidarietà che si realizza anche estendendo linvito ad altre famiglie della zona. «Oltretutto - aggiunge Del Zanna - è chiaro che un contributo di 450 euro per un pranzo con 600 persone significa meno di un euro a testa. Noi abbiamo accolto con favore questo contributo, ma è ovvio che copre solo una parte del costo».
Per Boari, invece, è chiarissimo, ed è emerso anche dal dibattito in Consiglio e dagli interventi della maggioranza, che liniziativa è diretta ai nomadi di Rubattino e ai volontari che sono entrati in contatto con loro.
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