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Sole, vento e acqua Una terra di fonti rinnovabili

Sole, vento, acqua: sono le sue caratteristiche geografiche a fare della Sardegna il terreno fertile, quasi ideale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili. La giunta regionale lo ha capito fin dal 2010, e ha portato avanti progetti e investimenti per raggiungere un ambizioso traguardo: trasformare l'isola nel leader nazionale ed internazionale per la riduzione delle emissioni di Co2 e per l'utilizzo di nuovi modelli energetici. Da qui è nato il protocollo di collaborazione firmato dalla direzione generale della Presidenza della Regione Sardegna con Sardegna Ricerche, l'Ente al quale la giunta ha affidato la ricerca nel campo dell'innovazione tecnologica. Gli obiettivi? Creare strutture in grado di sperimentare nuovi strumenti per utilizzare in quantità sempre maggiore le energie presenti in natura e non soggette a esaurimento. Ma anche avviare attività di supporto alle piccole e medie imprese che operano nel settore.
Il proposito è complesso, basti pensare che la Sardegna parte da un sistema di produzione dell'energia abbastanza critico: il costo della sua produzione è infatti del 30 per cento superiore a quello medio nazionale, senza contare che l'isola è oggi tagliata fuori dagli impianti di distribuzione del metano. Ma l'efficientamento energetico poggia su solide basi: si colloca infatti nell'ambito del progetto «Sardegna Co2.0», avviato per mettere la Regione in linea con le politiche previste dall'Unione europea, in particolar modo con l'aumento al 20 per cento della quota di fonti rinnovabili nella copertura complessiva dei consumi finali, che rappresenta uno dei punti chiave del famoso «Pacchetto europeo 20-20-20», assieme ad un'analoga riduzione percentuale dei consumi da fonti non rinnovabili e delle emissioni di gas inquinanti.
Per dare impulso all'utilizzo di fonti energetiche pulite è stato elaborato, nel marzo dello scorso anno, il Piano d'azione per le energie rinnovabili della Sardegna (Parers), con cui ci si propone di risparmiare 60mila tonnellate di petrolio, sostituendole con fonti alternative. Una strategia che è frutto dell'adesione della Sardegna al «Patto delle isole», stipulato nel 2011 presso il Comitato delle Regioni dell'Unione europea a Bruxelles, e che stanzia finanziamenti da parte della Direzione generale dell'Energia della Commissione europea a sostegno di modalità innovative nell'attuazione della politica energetica nelle isole europee.
Ad attuare il piano sarà una cabina di regia istituita ad hoc, incaricata di promuovere l'uso del metano come scelta fondamentale sotto il profilo ambientale ed economico e proteggere l'uso del carbone del Sulcis, che assicura invece il mix delle fonti e garantisce gli approvvigionamenti necessari.


Fondamentale per lo sviluppo delle energie verdi, oltre all'utilizzo di bio-combustibili e al forte coinvolgimento delle popolazioni residenti, saranno anche le partnership con aziende private aperte all'innovazione.

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