«Solidarietà e impegno sociale i loro valori di riferimento»

La Moratti: «Questi religiosi sono patrimonio di tutti i milanesi»

Giannino della Frattina

«Monsignore Luigi Biraghi e don Luigi Monza sono due figli straordinari della Chiesa di Milano. Di una Chiesa che porta forte il segno della cultura della generosità che è tutta ambrosiana. Che si manifesta e si concretizza con opere di autentica solidarietà e di profondo impegno sociale». Così Letizia Moratti, al termine della cerimonia di beatificazione che si è appena conclusa sul sagrato del Duomo. Un evento non solo per la chiesa, ma per tutta la città. «Queste due figure di sacerdoti - spiega - sono una testimonianza e un patrimonio per tutti i milanesi che da oggi, con il riconoscimento della Chiesa, diventano un punto di riferimento per tutti i cristiani».
Un’occasione per parlare di esempi e valori. «La loro vita e le loro opere - aggiunge la Moratti - hanno sempre messo al centro il valore della persona, l’attenzione ai bisogni non solo spirituali ma profondamente concreti. Con una testimonianza che da Milano si è diffusa in tutto il mondo. In particolare la figura di monsignor Biraghi ci ricorda il valore della cultura alla portata di tutti, dell’educazione al servizio delle persone. E poi la figura di don Luigi Monza, capace di testimoniare la capacità di mettersi al servizio dei più bisognosi. A partire dai disabili».
L’aiuto al prossimo e la solidarietà, temi da sempre cari alla Moratti che più volte ha recentemente posto l’accento sulle vecchie e nuove povertà che si nascondono in una città come Milano che può essere considerata la capitale economica del Paese. «Sia monsignor Luigi Biraghi che don Luigi Monza, ci ricordano come la Chiesa ambrosiana trova il suo segno distintivo nel saper coniugare spiritualità e carità concreta: una unicità, quella di Milano, riconosciuta e valorizzata dalla Chiesa di Roma.

Questa prima beatificazione nella storia della Chiesa ambrosiana, seguita da almeno quattro milioni di persone nella celebrazione in piazza Duomo e attraverso i media, è un altro segnale che dobbiamo cogliere dell’attenzione con cui il popolo milanese ricorda e vive la sua storia millenaria».

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