Solo due no alla mozione che invita il Papa in Comune

Il consiglio comunale ha approvato, con 46 voti favorevoli e 2 contrari, la mozione proposta dal capogruppo del Pdl Dario Rossin con la quale si invita il Papa Benedetto XVI a intervenire in consiglio comunale. Hanno votato contro la mozione i consiglieri Gianluca Quadrana (Lista civica) e Andrea Alzetta (Sa); Gemma Azuni (Misto), che non aveva sottoscritto la mozione, non era in aula al momento del voto. Torna dunque in aula Giulio Cesare, dopo quasi cinque mesi, il dibattito sull’invito del Papa in Campidoglio. L’ultima volta che il consiglio comunale si era pronunciato sulla questione è stata a gennaio, dopo la vicenda dell’università La Sapienza e il tentativo, poi fallito, di votare un documento di solidarietà al Pontefice. Questa volta, la mozione, presentata dal capogruppo del Pdl Dario Rossin e sottoscritta da tutti i gruppi consiliari tranne Sinistra Arcobaleno, il gruppo Misto guidato da Gemma Azuni e la lista civica Rutelli con Gianluca Quadrana, è stata approvata dall’aula. La mozione, oltre a richiedere l’impegno del sindaco a invitare il Papa in Campidoglio, richiede che il Papa «intervenga a una seduta straordinaria del consiglio comunale dedicata al tema dell’universalità della città di Roma». Proprio questo punto ha suscitato la contrarietà di alcuni consiglieri. «Da cattolica praticante - ha detto Azuni - ho ravvisato una non urgenza a invitare il Papa in consiglio. Considero più importante che il consiglio lavori su temi quali il disagio sociale». Quadrana, motivando il suo voto contrario, ha detto che «in una seduta straordinaria dedicata al tema del valore universale della città di Roma, sarebbe giusto invitare i rappresentanti di altre comunità religiose». Mentre Alzetta, portando la discussione su un piano più strettamente politico ha fatto sapere di aver espresso voto contrario alla mozione «nonostante il sindaco abbia tenuto a precisare che la mozione non deve essere considerata un risarcimento al Papa dopo i fatti della Sapienza».

La mozione di Rossin rileva «l’alto profilo morale e intellettuale del Santo padre, uno degli uomini di maggior ingegno e profondità di pensiero del nostro secolo», aggiungendo che «le forze politiche in consiglio comunale riconoscono l’alto valore del magistero spirituale della Santa sede e del Sommo pontefice».

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