Sono le barricate dei «No Tav» a inquinare l’ambiente in Val Susa

Curiosa, la vita! Perché se resterà un buco, nella tratta ferroviaria ad Alta velocità tra Torino e Lione, un buco che sputtanerà l’Italia di fronte all’Europa tutta, la colpa sarà proprio di quegli stessi ecologisti che si scagliano da sempre, quasi quotidianamente, contro l’inquinamento provocato dal trasporto su gomma. Ovunque gridano alle polveri sottili e si stracciano le vesti per l’avvelenamento a mezzo Tir. Eppure in Val di Susa erigono barricate per opporsi ai binari della Tav. Si oppongono cioè allo sviluppo ferroviario proprio lì dove transitano ogni giorno 3mila veicoli pesanti che nel 2025, secondo previsioni europee, diventeranno almeno 5mila. Sempre, ovviamente, ogni ventiquattr’ore che il nostro (e ahimè anche il loro) Signore manda in Terra.

Grazie invece alla Tav, quella a cui dicono di «No» con slogan e cartelli vivaddio leciti, ma anche - purtroppo è successo - con minacce pesanti e buste farcite di proiettili, sarebbero 340 in meno ogni giorno le tonnellate di gas inquinanti diffusi nell’aria. Così, quando non volano le botte, si continua a parlare tra Conferenze di servizi, tavoli tecnico-politici e incontri tematici. A decine, fino a oggi. Intanto, il buco rimane.

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