«Sono sola nella giunta e anti-femminista Ma valgo per quindici»

(...) sono in condizione di fare, i risultati sono questi. Però è davvero difficile tenere insieme la casa, la famiglia e la passione politica».
Lei come ci è riuscita?
«Io mi sono fidanzata con la Lega. Sono nella Lega dall’87. E devo dire che i fidanzati storici li ho persi per il mio amore per la Lega».
Posso essere indiscreto? E ora?
«Sono fidanzata, e il mio fidanzato non fa politica. È un imprenditore. Lui mi sopporta e mi supporta. Se si incontrano persone intelligenti si riesce a fare tutto».
E cosa si aspetta dai suoi quindici colleghi di giunta?
«Che siano molto cavalieri».
Ma non è femminista?
«Io sono grata alle donne che hanno fatto delle battaglie. Ma non sono femminista no. Penso che la donna debba fare la donna, e così l’uomo: i ruoli sono diversi».
Lei è cattolica?
«Sono credente e praticante».
Che ne pensa della Ru486? I governatori leghisti sono partiti molto decisi su questo...
«...E hanno fatto un po’ di confusione. Personalmente devo distinguere fra le mie convinzioni e la mia responsabilità istituzionale».
Quali sono le sue convinzioni?
«Io sono anti-abortista. Contraria all’aborto, anche chirurgico. E credo che la Ru 486 non sia così poco pericolosa come si dice. E che non si possa mai ridurre tutto all’espulsione di un feto. Però la legge c’è, e dice cosa si può fare. Ecco io vorrei sostenere i centri di aiuto alla vita».
Lei ha preso 12mila preferenze nel 2005. Quanti suoi elettori conosce personalmente?
«Almeno 1.500. Stavolta le avremmo superate. Il segreto non è un segreto: ascoltare tutti, e impegnarsi, anche se non si può risolvere tutto. L’ho detto anche a Renzo».
Beh, Renzo Bossi non ha fatto la gavetta come lei, forse è inevitabile.
«Guardi che Renzo poteva essere candidato nel listino, in un posto sicuro. Invece i suoi voti se li è conquistati sul campo, se li è sudati. Ha corso tanto».
E lei è stata la sua...
«La sua madrina. Io me lo ricordo a Ponte di Legno. Aveva 4 anni. Io una ventina. Stava davanti al palco con le mani in tasca a sentire suo padre nel comizio di Ferragosto. Abbiamo tutti un grande affetto per lui».
Che incarico vede per lui?
«Dipenderà da lui e da suo padre. È un ragazzo intelligente, sta prendendo i suoi bei 30 all’Università. E sa di dover imparare. Lui sa di sport, ma anche di imprese. Io lo vedo in una commissione, in un ruolo in grado di valorizzarlo».
Lei è soddisfatta della sua delega? Si parlava dell’Agricoltura. È delusa?
«No, non ho mai parlato di deleghe. L’ho solo letta sui giornali questa cosa dell’agricoltura. Forse perché l’ho seguita in commissione».
Il suo predecessore è un’altra donna, bresciana, Viviana Beccalossi. Vi stimate?
«Non ha una domanda di riserva?».
Non approva il suo lavoro?
«Beh, diciamo che ci sono stati dei problemi in quel settore. Ma guardiamo avanti. Io sono la sola bresciana, devo rappresentare tutti e mi metto a disposizione di tutti».
E lei, cosa vuol fare allo Sport?
«Il nostro è un partito giovane, si possono fare tante cose importanti nello sport, per i giovani, per tirarli fuori dalla droga. Ma anche per i meno giovani. E per gli sport minori, accanto al calcio, che è lo sport dei padani e degli italiani. Per lo sport vero, intendo, quello non dopato».
In poche parole, mi spiega che cos’è il federalismo sportivo?
«Mah, io devo chiudermi in un assessorato a studiare questi temi, però vorrei capire quante risorse vanno a Roma e quante restano sul territorio. Il Coni è a Roma. Se mi iscrivo a un’associazione e pago 100 euro, 20 potrebbero restare qui, per gli impianti. Penso a un Coni regionale».
E come leghisti siete soddisfatti? Farete pesare i vostri voti? Si troverà un equilibrio?
«La Lega è il partito dell’equilibrio e della stabilità, anche sul piano nazionale. E comunque senza la Lega non si vince».
Se pensa al futuro cosa vede? Un sindaco di Milano leghista o un governatore leghista?
«Li vorrei tutti e due».


Lei al Pirellone e Bossi a Palazzo Marino, aggiudicato?
«Magari, ma è fantapolitica. Umberto mette sempre le persone al posto giusto. Sarà compito suo decidere. Intanto ci mettiamo al lavoro. L’avrà capito, noi siamo gente pragmatica».

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