La domanda che molti si stanno facendo è: chi la manda a dire a chi? Lartista alla finanza creativa oppure i brooker agli ingenui risparmiatori? O più semplicemente: non sarà lo stesso Cattelan a spedire a quel Paese il popolo bue che perde tempo dietro alle sue provocazioni? Vai a sapere. Certo è che ieri, a piazza Affari, cera già una folla con il naso rivolto allinsù verso quel dito medio che svetta sullo sfondo della vecchia Borsa. Bello o brutto? Offensivo o ironico? Da sbaraccare tra 10 giorni come prevede la delibera di giunta, oppure da lasciare dove sta, per innamorarsene giorno per giorno? «Secondo me il monumento è emozionante e andrebbe acquisito dalla città vita natural durante» dice sicura Simona Ventura, che la sera dellinaugurazione era sotto la pioggia a raccogliere le interviste che lunedì manderà in rete sulla sua per la sua televisione web www.simonaventura.tv. «Dopo la caduta del lenzuolo mi sono divertita a sentire le reazioni dei dipendenti della Borsa: qualcuno era risentito, qualcun altro lha presa con humor, qualcuno come un monito. Non male. Ma se proprio vorranno togliere lopera, quello spazio dovrà rimanere a disposizione di altre sculture contemporanee, perchè la piazza ormai ha cambiato volto». Lo scrittore milanese Gianni Biondillo ironizza sulle polemiche che avevano preceduto la mostra: «Piaccia o no, Cattelan è lartista contemporaneo italiano più famoso al mondo e qualunque città occidentale farebbe i salti di gioia per acquisire unopera di quella portata, a costo zero. Potremmo aprire un dibattito critico, ma sostenere che quel dito medio è stupido e offensivo è degno del provincialismo di questo Paese. A Milano la politica avrebbe ben altro di cui preoccuparsi, ad esempio dello scolmatore per il torrente Seveso». Nel dibattito critico ci entra un illustre addetto ai lavori, Flavio Caroli: «Il punto non è, come ci insegna larte degli ultimi 30 anni, se lopera debba piacere o no, quanto se abbia o meno un forte significato. E questopera ce lha, realizzata non a caso da un artista che incarna in pieno lo spirito del XXI secolo. Spostarla? Il buon senso direbbe che è una follia....». In effetti anche il sindaco Letizia Moratti sembra più aperta che mai a una soluzione. «Pur di accontentare Cattelan abbiamo modificato il progetto per tre volte, quindi lartista (che ringrazio per i fiori) sarà contento. Prolungare lesposizione? Per me va bene». Il suo predecessore Paolo Pillitteri era assessore alla Cultura quando, nellautunno del 1970, gli artisti del Nouveau Realisme sconvolsero Milano con performance e installazioni tra cui limpacchettamento della statua di Vittorio Emanuele da parte di Christo, o lesplosione di un gigantesco fallo dorato da parte di Tinguely. «Erano altri tempi, per cui scandalizzarsi oggi mi sembra ridicolo. Alla Borsa sono imbarazzati? Figurarsi, loro possono tuttal più addolorarsi se i titoli scendono, ma imbarazzarsi... Eppoi, diamine, la Borsa non è mica un santuario, si occupa solo dei soldi altrui. Se fossi ancora il sindaco lascerei lì la scultura, affidando il giudizio ai posteri». Diametralmente opposto il parere del consigliere leghista Matteo Salvini. «Dieci giorni? Ma neanche un quarto dora per certe porcherie. Dissi in Consiglio fin dallinizio che era una follia concedere le nostre piazze a quellabile venditore di sè stesso». Eppure, verrebbe da dire, quel dito medio è stato spesso un simbolo caro al senatur... «Anche a me se è per questo, ma un conto sono le risse in politica o tra automobilisti, unaltra cosa è larte». Per la regista teatrale Andree Ruth Shammah, la durata dellesposizione è una questione relativa. «Ormai lartista ha raggiunto lobbiettivo, che era parlare del suo intervento, dunque è indifferente se lopera resti una settimana o un anno. Io penso che la provocazione nellarte serve se è intelligente e se suscita una sana reazione.
E allora Sgarbi che a Salemi introdusse lassessorato al Nulla?». Lex milanista Billy Costacurta è appassionato anche di arte contemporanea oltre che del pallone: «Quando Cattelan installò i manichini impiccati ebbi da ridire. Ma stavolta...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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