«Lindulto è passato ma adesso chi paga?». La domanda sorge spontanea, direbbe il noto giornalista tivù Antonio Lubrano. Anzi dovrebbe sorgere, si potrebbe dire, perchè in realtà né il premier Romano Prodi, nè i suoi ministri sembrano essersela posta. «Fanno tutti i grandi - attacca allora il vicesindaco Riccardo De Corato -, poi a rimanere con il cerino in mano sono sempre i sindaci». E lui, vice di lungo corso nei nove anni dellamministrazione Albertini e oggi riconfermato al fianco di Letizia Moratti, per i «pacchi» in arrivo da Roma ha ormai un fiuto da segugio. Le risorse, Finanziaria dopo Finanziaria, sono sempre di meno e la coperta si accorcia. Con il risultato che anche lultimo provvedimento salva-detenuti diventa unemergenza per Palazzo Marino. «Il problema - spiega il vicesindaco - è che la legge non ha previsto i fondi necessari per il reinserimento degli ex detenuti. E così a pagare saranno ancora i Comuni che di soldi non ne hanno più». Un contrattempo che scoraggia certo De Corato che, nei panni dellonorevole, presenterà uninterrogazione parlamentare per chiedere al governo di «sostenere concretamente gli enti locali». «Caritas e associazioni di volontariato - spiega il vicesindaco - hanno già cominciato a chiedere al Comune di trovar loro casa. Ma noi come facciamo? Abbiamo già il problema di sistemare anziani e famiglie disagiate con portatori di handicap. Se Prodi non interviene saremo costretti a distogliere le risorse da altri progetti o attività assistenziali ugualmente o forse ancor più importanti. Oppure attingere dal fondo di riserva, con un danno per gli altri servizi da fornire ai cittadini». Problema complesso. «Non è solo la casa. Ci vogliono anche assistenza sanitaria, corsi di formazione, un lavoro. Altrimenti chi esce torna a delinquere e in un attimo siamo punto e a capo».
Per non parlare dellormai endemica carenza delle strutture carcerarie milanesi. Che, per ammissione di tutti, riceveranno un minimo sollievo dal provvedimento, per poi riprecipitare nellemergenza. «Noi una soluzione lavevamo trovata - ribatte De Corato -. La cittadella della giustizia con nuova prigione e tribunale nellarea della caserma Perrucchetti in via Forze armate. Il governo Berlusconi laveva già inserita in Finanziaria. Unoperazione a costo zero con la vendita di San Vittore. Ma poi il sovrintendente aveva bloccato tutto vincolando il carcere. E tutto è finito lì, con 1.400 carcerati anzichè 800». Sbagliato anche il periodo. «È chiaro - aggiunge - che la maggior parte di chi esce è gente dedita alla rapina, allo scasso, al furto in abitazione. Ovvio che la città deserta e gli anziani lasciati soli diventino prede ideali. Era già previsto un incremento dei servizi delle forze dellordine, ne aggiungeremo degli altri. E così il governo fa la bella figura, ma a pagare sono sempre i cittadini».
Condivide le preoccupazione, ovviamente con un taglio diverso, Andrea Fanzago, numero due dellUlivo a Palazzo Marino e uomo da sempre impegnato nel volontariato. «La situazione a Milano - le sue parole - è drammatica a prescindere. Ovvio che ora con lindulto è destinata a peggiorare. Il Comune in questo settore ha ridotto drasticamente le risorse, ora sarà ancora più in difficoltà. Comunque bisognerà vedere con che tempi e con che riflessi questoperazione inciderà. Chiaro che è necessario capire quanti sono quelli che usciranno e soprattutto di che cosa hanno bisogno. Poi si predisporranno piani di intervento complessivi. Tenendo conto della grossa rete di volontariato coordinata dallOsservatorio carcere in collaborazione con lAgenzia solidarietà e lavoro.
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