
A Milano la prima campanella per gli studenti suonerà il 12 settembre ma al termine della prima fase delle immissioni in ruolo per questo anno scolastico, la previsione è che serviranno sempre i soliti 20mila supplenti e che, soprattutto alle elementari, mancheranno i docenti di sostegno.
A fare i conti Massimiliano Sambruna, segretario Cisl Scuola Milano. Dei 4.800 posti autorizzati, tolti i 700 che verranno coperti nella fase due (dal 1° settembre al 31 dicembre), le nomine effettive sono state 2.500 su 4.100 disponibili. Restano quindi scoperti circa 1.600 posti, di cui ben 1.200 riguardano il sostegno alle elementari. Sambruna sottolinea come la mancanza di candidati specializzati resti il nodo centrale. "Abbiamo meno docenti formati di quanti ne servano spiega Anche quest'anno i posti vacanti verranno coperti con nomine annuali. Il problema si ripeterà fino a quando le università lombarde non amplieranno i percorsi di specializzazione, così da formare un numero di insegnanti adeguato al fabbisogno". La Lombardia, nel complesso, contava su 11.800 assunzioni a tempo indeterminato autorizzate dal Ministero. Di queste, circa 1.700 confluiranno nella fase due. Restano quindi 10.100 posti, di cui circa la metà è stata effettivamente coperta: tra i 5.500 e i 6mila. Anche a livello regionale, il sostegno alla primaria rappresenta la quota più critica, con 3.200 cattedre scoperte. A queste si aggiungono le discipline scientifiche e tecnico-tecnologiche matematica, informatica, elettronica per le quali la scarsità di aspiranti è cronica.
L'effetto sarà un ricorso massiccio alle supplenze. "In Lombardia servono circa 20mila supplenti. È un dato storico osserva Sambruna . Quattromila posti che potevano andare a ruolo rimarranno vacanti, ai quali vanno aggiunti tra i 10 e i 12mila posti di sostegno in deroga, più i movimenti dovuti a trasferimenti e assegnazioni provvisorie. Il dato esatto varia, ma il trend è costante". Neppure la cosiddetta mini call ha risolto i vuoti. L'operazione, che consentiva a docenti specializzati in altre regioni di concorrere sui posti lombardi residui, ha avuto risultati modesti: a livello regionale, 187 posti su 206 disponibili all'infanzia sono stati assegnati ma appena 483 su 3.667 alla primaria. A Milano, su 1.384 posti di sostegno alla primaria, la mini call ne ha coperti 167, meno di un settimo. "Molto lontano da ciò che servirebbe commenta Sambruna . La speranza è che le procedure avviate e l'aumento dei posti nei percorsi universitari possano dare frutti dal prossimo anno".
La partita, però, non è chiusa. Molto dipenderà dalle nomine da graduatorie provinciali (GPS), la cui efficacia si misurerà solo a settembre, a scuola praticamente avviata, quando sarà chiaro quanti dei circa 10mila docenti assegnati a Milano prenderanno effettivamente servizio. "Se aderisse il 90 per cento, il sistema reggerebbe osserva il sindacalista Ma se metà rinunciasse, allora ci sarebbero ricadute immediate sul tempo pieno e sull'organizzazione delle scuole". Con 323 istituti nel capoluogo, ogni decisione sarà anche legata all'autonomia scolastica. Alcuni collegi docenti hanno già deliberato riduzioni di tempo pieno, talvolta per precauzione, in attesa di capire se i posti saranno realmente coperti. Talvolta, invece, anche dopo aver avuto le giuste assegnazioni non revocano la delibera per recuperare poi le ore in corso d'anno e coprire malattie e assenze.
"Non è sempre facile distinguere tra una scelta organizzativa e una reale necessità conclude Sambruna Ma una cosa è certa: la mancanza di insegnanti di sostegno colpisce proprio gli alunni più fragili. Per questo occorre investire subito in formazione e assunzioni mirate. Non possiamo permetterci di lasciarli indietro".