Il sostituto procuratore antimafia lancia l’allarme: «Nel Lazio clan sempre più potenti»

Audizione, ieri, del sostituto procuratore Antimafia, Luigi De Ficchy, davanti alla commissione «Sicurezza e lotta alla criminalità» della Regione. De Ficchy, da quasi trent’anni in prima linea contro mafia & Co., traccia una quadro decisamente sconfortante dei movimenti e dell’escalation della malavita organizzata nel Lazio. Punta l’indice su holding locali sempre meglio organizzate e più agguerrite, di volta in volta in affari con i clan e le ’ndrine di camorra e ’ndrangheta oppure in lotta con esse, per accaparrarsi un ruolo determinante in settori lucrosi, leciti o illeciti che siano. Droga (cocaina al primo posto), usura, gioco d’azzardo, ma anche appalti pubblici o grossi investimenti privati nell’edilizia e nei servizi: gli eredi dei vecchi boss della Magliana dai «colleghi» più esperti delle vicine organizzazioni meridionali apprendono metodi e sistemi, se l’affare è grosso e appetibile stringono accordi. Ma, sostanzialmente, dice De Ficchy: «Questa criminalità ha assunto dimensioni mafiose, è invasiva e si sta consolidando (...) Ad Anzio e Nettuno nel 2004 è stata smantellata una vera e propria ’ndrina, collegata alla casa madre ma indipendente e autonoma. Sul litorale la situazione è drammatica».

Il 27 ottobre saranno convocati dalla stessa commissione alla Pisana i sindaci dei due comuni tirrenici. Ma De Ficchy recentemente ha ricordato anche gli assassini di Giuseppe Carlino (Torvaianica, 2001), Michele Settanni (Cinecittà, 2002) e Paolo Frau (Ostia, 2002).

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