Sotto l’albero spunta la Finanziaria

Con un piccolo tour de force prenatalizio la Pisana sabato, intorno a mezzogiorno, ha dato il via libera alla Finanziaria regionale. E così sotto l’albero dei cittadini del Lazio arriva una manovra economica da sei miliardi di euro nel prossimo triennio. Che sancisce la natura «strutturale» del buco nella Sanità, ma sulla cui valutazione complessiva maggioranza e opposizione mantengono giudizi inversi.
Il centrodestra, infatti, pur ottenendo alcune importanti vittorie con alcune modifiche al testo che era stato predisposto dalla Giunta (su tutte l’impegno a finire lo «scaricabarile» del deficit sanitario sull’amministrazione Storace), ha comunque votato contro, criticando l’incapacità di ridurre le spese e anche provvedimenti onerosi per le casse regionali, come il «trasloco» dalla Pisana al Forlanini. Per dirla con il capogruppo della Dc, Fabio Desideri, la Finanziaria della Regione «equivale a una retrocessione in “Serie C” con dieci punti di penalizzazione». Meno drastico il giudizio del presidente del gruppo di An in consiglio regionale, Antonio Cicchetti, che parla di una «affannosa legge di bilancio che partorisce provvedimenti contraddittori e inadeguati rispetto alle aspettative che suscita», in pratica «una sorta di libro Cuore privo di concretezza ed efficacia». Ma l’esponente del partito di Fini passa all’incasso per i risultati ottenuti dall’opposizione, casa e sanità su tutti. «Le battaglie combattute da An in questi giorni - spiega - sono state tese a garantire la sanatoria a coloro che hanno dovuto occupare una casa popolare in una città che vive all’insegna della tensione abitativa e sotto una Giunta comunale che predilige gli interessi della grande impresa edile rispetto ai bisogni della povera gente. A quest’ultima sarà consentito, nonostante le spaccature all’interno del centrosinistra, di sanare giuridicamente l’occupazione avvenuta entro il 20 novembre di quest’anno». Quanto al capitolo Sanità «che assorbe circa il 70 per cento del bilancio regionale», secondo Cicchetti «si è giunti a una chiarificazione che, di fronte alle analisi sempre più approfondite dell’advisor nominato dal ministero, ha costretto Marrazzo a rinfoderare la spada della polemica bugiarda, a usare toni molto più pacati e a imporre alla sua maggioranza l’approvazione di un ordine del giorno proposto da An e chiarificatore dell’origine più che decennale delle vistose spese in materia di sanità». Un risultato di rilievo, che l’Udc da parte sua ha voluto premiare votando a favore dell’accensione di un mutuo con la Cassa depositi e prestiti per appianare il buco. E non basta. «A riprova del mutato atteggiamento - insiste Cicchetti - la maggioranza ha accettato di nominare una commissione consiliare d’indagine presieduta dall’opposizione con lo scopo di individuare con esattezza le varie epoche della formazione del cospicuo debito». Se insomma per la Cdl giustizia è fatta sulle colpe troppo a lungo attribuite a Storace, il giudizio complessivo sulla manovra come detto non migliora. «Con la legge finanziaria e la manovra di bilancio aumentano le tasse, crescono i ticket e diminuisce il servizio al cittadino utente», conclude in sintesi l’esponente di An.
Duro anche il commento del coordinatore di Forza Italia del Lazio, Francesco Giro. «Una grande occasione mancata», sospira l’azzurro: «Il provvedimento è privo di coraggio e rinuncia a puntare allo sviluppo, ripiegato com’è nella gestione ordinaria che fallirà anche sul versante del risanamento del deficit nella Sanità».
Un pensiero condiviso con quello del democristiano Desideri. Oltre a vedere la manovra come una «penalizzazione sportiva», il capogruppo della Dc sostiene che tirando le somme della Finanziaria i conti non tornano: «Da una parte - insiste - non c’è un programma di sviluppo, dall’altra non esistono certezze sul debito e sulle attese misure di rientro. Se non bastasse, viene confermato l’aumento del livello di imposizione fiscale nei confronti dei cittadini».
Di altro tenore i commenti della maggioranza. L’assessore al Bilancio, Luigi Nieri, rimarca infatti come «per la prima volta nella storia del Lazio non si va a finire in esercizio provvisorio».

L’esponente del Prc che si dice «inorgoglito» da un «risultato storico» frutto dell’«efficienza, trasparenza, collegialità e qualità del lavoro di giunta e consiliare», promuove anche il merito della sua manovra, fondata su «risanamento, equità, sviluppo economico. Una manovra sobria, rigorosa ma socialmente ed eticamente avanzata». E di «rigore, risanamento ed equità» parlano anche i consiglieri dello Sdi Giuseppe Celli e Claudio Bucci.

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