Spaccio di droga: gang cinese in cella

Si è conclusa con nove cinesi e un albanese in manette, più altri nove asiatici ricercati, l’operazione «Aquila nera» che ha consentito di sgominare una banda specializzata nello smercio di ecstasy e ketamina. L’inchiesta è una costola delle indagini avviate un paio d’anni fa per individuare i nove cinesi, sei dei quali poi arrestati, che violentarono una connazionale di 17 anni. Un paio di frasi intercettate misero gli investigatori sulle tracce di questa organizzazione che si era specializzata nell’organizzare feste nei locali del Nord Italia, da rifornire poi con sostanze stupefacenti. Un mercato piuttosto redditizio, che aveva reso sempre più aggressivi i componenti della banda che l’anno scorso organizzarono una spedizione punitiva a Padova, conclusa con l’accoltellamento di tre connazionali. Ma le armi bianche non bastavano più, gli intraprendenti asiatici avevano deciso di dotarsi di un mitragliatore e qui era entrato in gioco l’albanese che procurò un Kalashnikov. Ma il 3 novembre, al momento della consegna, un «casuale» controllo di polizia aveva permesso il sequestro del fucile. Come altri fortuiti controlli avevano consentito il sequestro di diverse partite di droga. E ieri al termine di un anno di indagini, gli investigatori della sezione criminalità straniera della mobile hanno fatto scattare le manette. Il gip aveva firmato 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere, ma gli agenti sono riusciti ad arrestare 10 persone, di età compresa tra i 28 e i 38 anni, tra cui anche una ragazza 24enne.

I fuggiaschi, tutti cinesi, dovrebbero trovarsi in patria e c’è la speranza di ammanettarli al loro rientro in Italia. Complessivamente la polizia ha sequestrato 1.540 pastiglie di ecstasy e oltre di 800 grammi ketamina, un potente allucinogeno.

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