Milano - La Spagna batte l'Italia non soltanto ai rigori, ma anche nella sfida economica del reddito pro capite. Secondo i dati diffusi ieri da Eurostat, nel 2007 gli spagnoli hanno aumentato il divario relativo alla ricchezza per abitante. Vale a dire: si sono potuti permettere una vita più agiata della nostra. Secondo la misura dell'ufficio statistico europeo, nella classifica del Pil per abitante la Spagna è a quota 107, mentre l'Italia a 101. Sei punti di distacco rispetto ai due del 2006, che fu l'anno dello choc, quello del sorpasso. Un sorpasso che fece scalpore soprattutto perché fu «comunicato» male: si disse che il reddito degli spagnoli aveva superato quello degli italiani. Così non era e non è. Il dato in questione non esprime il reddito dei cittadini a livello assoluto, ma quello ponderato per il livello dei prezzi, sulla base di una parità teorica di potere d'acquisto. Ma visto che in Italia il costo della vita è più alto, questo significa che il reddito degli spagnoli è cresciuto a ritmi più sostenuti, ma in termini assoluti resta inferiore.
Se a Pil pro capite la Spagna ci ha battuto per due anni consecutivi, il campionato, quello economico, non finisce qui. Negli anni passati la Spagna ha potuto godere di una forte crescita economica, trainata dal settore immobiliare, a fronte di un aumento al lumicino del Pil italiano. Ma quest'anno la musica sarà diversa. Già nei prossimi mesi - secondo gli esperti della Commissione europea - potrebbe verificarsi un'inversione di tendenza. Il bollettino di guerra della disastrosa condizione in cui versa il mercato immobiliare spagnolo è aggiornato costantemente da dati che indicano il crollo dei prezzi delle case, delle vendite delle abitazioni e del numero di mutui stipulati. Risultato: nel 2008 l'economia spagnola crescerà meno del 2%, rispetto a previsioni del 3,1% fatte a inizio anno. Ad ammettere il rallentamento ancora più marcato è stato ieri lo stesso premier José Luis Rodriguez Zapatero. L'economia spagnola, ha detto Zapatero, fa i conti con «una situazione avversa, con un intenso processo di aggiustamento nel settore delle costruzioni e in pieno cambiamento del ciclo di crescita».
La parola d'ordine, d'ora in poi, è austerità. Nel piano predisposto dal governo è previsto il congelamento degli stipendi di tutti gli alti dirigenti della pubblica amministrazione e una riduzione della spesa di 250 milioni di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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