È spagnolo fino al midollo. Gareggia in popolarità con paella e corrida, però non fa ingrassare, e soprattutto non si fa male nessuno. Indovinato, è il flamenco: la musica andalusa che affonda le sue radici nella cultura dei Mori, dei gitani, degli ebrei, prima di varcare i confini regionali e nazionali per invadere a passi di danza i palcoscenici di tutto il mondo.
Benvenuti nella Siviglia del Terzo Millennio. Capitale dell'Andalusia, patria del flamenco, dove la tradizione musicale ha dato vita al più importante appuntamento con il «balletto iberico», la Biennale del Flamenco (quest'anno, dal 15 settembre al 9 ottobre, www.bienal-flamenco.org). Decine di show nell'arco di 24 giorni per un totale di 64 performance, divise in sei cicli tematici - da Al son de las estrellas a Flamenco para niños - raccolti attorno al leit-motiv della manifestazione: Las Músicas del Flamenco. La musica del flamenco si ascolta prima in plaza de Toros de la real Maestranza, con il concerto inaugurale di Miguel Poveda, uno dei più grandi cantanti del genere, la sera del 15 settembre. Le performance di Valderrama, Raimundo Amador, Remedios Amaya y La Mala, Estrella Morente, Santiago Lara, Paco de Lucía, verranno invece distribuite sui palcoscenici del Teatro Lope de Vega, Teatro Central, Teatro Alameda, Teatro de la Maestranza, all'Auditorio Rocio Jurado e all'Hotel Triana. Nell'omonimo quartiere dove questa forma di arte è nata ufficialmente verso la metà dell'800, quando Serafin Estebanéz Calderón descrisse questo ballo sensuale nel suo Escenas andaluzas.
Oggi Triana è uno degli angoli più turistici della città, mentre dei gitani raccontati da Estebanéz ne sono rimasti pochi. Però da quelle vie dall'atmosfera fané sono partiti Rafaelito, Raimoundo Amador, e tutta una generazione di giovani artisti. E si continua a suonare la musica della nostalgia, accompagnata da nacchere e scarpe chiodate... Piccola divagazione: i concerti e gli spettacoli della Biennale sono principalmente in notturna, di giorno c'è tutto il tempo per scoprire la città. Plaza de España con il suo palazzo a emiciclo in stile neorinascimentale, il Real Alcázar, palazzo-fortezza costruito dai Mori e dichiarato dall'Unesco Patrimonio dell'umanità, e lì accanto i due simboli di Siviglia, la cattedrale con la torre-minareto della Giralda. Bisogna dare un'occhiata anche a Plaza de la Encarnacion, dove sta per essere inaugurata la più fantasmagorica opera architettonica del sud della Spagna, il Metropol Parasol dell'architetto tedesco Jürgen Mayer H: un parasole con tettoie ondulate che ombreggia il sito archeologico e accoglie edifici per bar e ristoranti. Non è lontano dal quartiere di Triana, con il lungofiume trendy pieno zeppo di bar e ristoranti (di nuovo, sì) alla moda e, in plaza del Altozano, la statua del matador Juan Belmonte e il monumento al flamenco. Memorie di pietra che raccontano che questo un tempo era un quartiere popolare, dove per diventare qualcuno avevi solo due strade: darti alla danza, o alla corrida.
Due indirizzi per aficionados: la boutique di Pilar Vera (calle Rivero 2, www.pilarvera.com), icona della moda flamenca rivisitata in chiave moderna. E il palazzo dove ha vissuto Niño Ricardo, maestro dei più grandi compositori di sempre: oggi è un hotel di charme, La Casa del Maestro, nel barrio di Santa Catalina. L'indirizzo In per dormire però è un altro, l'Eme Fusion, 60 camere, 4 ristoranti gourmand, spa, piscine, palestra e un dedalo di terrazze a un soffio dalla cattedrale, votato 2 anni fa come best design international hotel (calle Alemanes 27, tel. 0034.954.560000, www.emehotel.com, da 150 euro a notte). In alternativa c'è il boutique hotel Casa Sacristía Santa Ana, in una (vera) sagrestia del XVII, dove la camera, fra soffitti a cassettoni e dettagli di design, costa a partire da 79 euro (Alameda de Hércules 22, tel. 915722, www.hotelsacristia.com). Per mangiare, cosigliati il Restaurante Becerríta, con le salette decorate a tema andaluso, tapas, menu di cucina regional-creativa (Recadero 9, Puerta Carmona, tel. 412057, www.becerrita.com). E, per i modaioli, l'Al Aljibe (Alameda de Hércules 76, tel. 900591, www.alaljibe.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.